Amazon.com si è sempre contraddistinta per la continua innovazione anche in ambito di logistica e di supply chain, ed è proprio di questi giorni la notizia che la società ha depositato negli USA un brevetto di “speculative shipping” che farebbe partire il processo di consegna addirittura prima dell’ordine da parte del cliente.
Ovviamente Amazon non ha inventato la macchina del tempo. L’idea è “semplicemente” quella di prevedere la domanda con appositi software, retringendo l’analisi su regioni, città, quartieri (quelli che in Italia corrispondono ai diversi CAP, Codici d’Avviamento Postale) e addirittura singoli isolati, su base giornaliera, e quindi cominciare a indirizzare il numero di prodotti determinato dal software verso queste zone attraverso i corrieri.
Ogni prodotto impacchettato avrebbe quindi un identificativo e un indirizzo non completo, ma determinato fino a un certo punto (per esempio con il CAP ma senza la via/piazza, o con la via/piazza ma senza il numero civico), e una volta che l’ordine viene effettivamente immesso da qualche cliente della zona, l’indirizzo verrebbe completato e la comunicazione inoltrata via sistema informativo al corriere, che quindi dovrebbe cambiare l’etichetta attaccando quella definitiva.
Uno dei problemi è quindi il fatto che il corriere sarebbe chiamato ad attività supplementari rispetto al normale, e a creare due processi in parallelo: uno per la grande maggioranza delle consegne, che rimarrebbe “tradizionale”, e l’altro per una piccola percentuale di prodotti che verrebbe gestito con la nuova modalità “predittiva”.
Un approccio basato su software avanzati di Order Fulfillment
Nonostante le difficoltà pratiche comunque il brevetto presenta molti spunti interessanti per quanto riguarda l’evoluzione della logistica e del supply chain management. Il concetto di base è che la consegna di un prodotto prevede il passaggio da diversi “hub” nella sua strada verso la destinazione finale, e ciascuna di queste tappe rappresenta un’opportunità di reindirizzare il pacco, sulla base di un ordine o di una previsione.
«Nei classici sistemi di order fulfillment un codice non viene spedito, e a volte neanche impacchettato, fino a quando non si riceve un ordine associato a un preciso indirizzo di spedizione – si legge nel brevetto depositato da Amazon -. Si può invece cominciare a spedire un pacco con un certo numero di prodotti verso una certa regione o area senza specificare completamente l’indirizzo, che può venire completato mentre il pacco è in viaggio».
Amazon definisce questo approccio “speculative shipping”, (“anticipatory shipping” nel caso particolare in cui la partenza avviene senza corrispondere a un preciso ordine), mentre il completamento dell’indirizzo dopo la partenza viene detto “late addressing”. Questo approccio avrebbe due benefici per Amazon. Il primo è ovviamente quello di accorciare i tempi di consegna. Il secondo è quello di distribuire meglio i prodotti lungo la supply chain, avvicinandoli alla destinazione finale, e riducendo così i valori di capitale circolante.
Al ricevimento di un ordine – si legge nel brevetto – un sistema informativo avanzato di gestione delle consegne (order fulfillment) può confrontare l’indirizzo richiesto con i package “speculativi” nei vari magazzini e centri di distribuzione lungo la supply chain grazie al tracciamento in tempo reale dei dati in un data warehouse, o a una query ai sistemi di tutti i corrieri. E quindi può determinare quale dei package è più indicato per soddisfare quell’ordine, in base a criteri predefiniti nel software. Il più semplice chiaramente è quello di scegliere il pacchetto più vicino alla destinazione finale, ma si possono usare anche criteri più sofisticati.
Un precedente negli Anni ’90
Il concetto della spedizione che anticipa l’ordine non è nuovo. A metà degli Anni ’90 per esempio fu fondata una software house come spin-off dell’Università di Stanford, chiamata Non Stop Logistics, che si proponeva di prevedere i volumi di un certo insieme di prodotti di largo consumo richiesti in una certa zona (per esempio una città) e periodo (per esempio un weekend). L’idea era che le previsioni aggregate per una certa zona saranno sempre più precise delle previsioni di dettaglio per una catena di negozi o per uno “store” singolo.
Il piano della software house era di definire accordi con i produttori del largo consumo, ricevere le merci nei volumi determinati dal suo software in un apposito centro di distribuzione, e poi consegnarli ai singoli punti vendita sulla base di analisi di maggior dettaglio su domanda e livelli di scorte. Ma in termini pratici il business di Non Stop non è mai decollato, e i suoi sviluppi software sono confluiti in Evant, soluzione di supply chain planning poi acquisita dallo specialista americano Manhattan Associates.