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Stonex, l’innovazione italiana è un successo

L’azienda è nata nel 2010 e già fattura 40 milioni di euro, derivanti dalla vendita di strumenti di misura del territorio hi-tech progettati in Italia e venduti in tutto il mondo. Da pochi mesi è entrata nel mercato degli smartphone. Il fondatore Davide Erba, 33 anni: «Nel 2014 contiamo di ricavare dall’area telefonia 21 milioni di euro»

Pubblicato il 17 Gen 2014

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Davide Erba, fondatore di Stonex

Davide Erba, 33 anni, ora punta al rialzo per la sua Stonex. L’azienda è nata nel 2010 e già fattura 40 milioni di euro, facendosi strada anche nell’iper competitivo mercato smartphone. Erba l’ha fondata a Monza dopo una lunga esperienza in Cina e ora ne è amministratore unico. Quest’anno investirà ancora di più in idee e innovazione tecnologiche, cercando di soddisfare esigenze che arrivano dal mercato: è in fondo questo lo spirito che ha permesso a Stonex di imporsi, a quanto racconta Erba al nostro sito.

Il nome della sua Stonex comincia a farsi conoscere. Ma quali sono le cifre per cui si può parlare di successo?

Le cifre: siamo nati da zero tre anni fa e nel 2013 abbiamo fatto circa 40 milioni di fatturato. In profitto. Nel 2014 contiamo di crescere del 25-30 per cento.

In quali aree?

Abbiamo cominciato producendo strumenti di misura del territorio, che ora forniamo in 80 Paesi, per la topografia, l’ingegneria civile e l’edilizia. Sono ancora la nostra principale fonte di ricavo. Abbiamo sviluppato tre tecnologie: gps di precisione (a livello di qualche millimetro, con algoritmi specifici), strumenti optomeccanici (per calcolare distanze e angoli) e un laser scanner a tempo di volo, per la ricostruzione 3D del territorio. Tra i clienti del laser c’è il governo cinese.

Sul grande pubblico siete noti però per i vostri smartphone…

Sì, ma siamo partiti solo da pochi mesi. Sul mercato mondiale siamo noti invece, agli addetti ai lavori, per gli strumenti di misurazione, da cui ricaviamo la maggior parte dei fatturati. Nel 2014 contiamo però di ricavare dall’area telefonia 21 milioni di euro, in forte crescita.

Come si spiegano questi risultati? Con quale strategia li avete ottenuti?

Con una capacità di innovare unica. Grazie ad operazioni sinergiche, lavorando con centri di ricerca e sviluppo esteri, con università. Grazie a competenze che abbiamo acquisito al nostro interno… Ma anche grazie alla capacità di lavorare con l’estero, di guardare alle esigenze del mercato e adattarci in tempi rapidi.

Può essere più specifico?

Per esempio sulla tecnologia laser scanner abbiamo messo insieme competenze di un centro di ricerca estero e competenze interne, creando un prodotto unico, con caratteristiche mai valorizzate finora. Costa un terzo del tipico prezzo di mercato per un laser scanner (100 mila dollari), ha una buona trasportabilità e quindi può essere usato anche sulle montagne; può funzionare anche quando i raggi del sole sono intensi e in condizioni meteorologiche particolari. Altro vantaggio è la facilità d’uso: possiamo utilizzare il laser anche da remoto, con Wi-Fi direct, con qualsiasi smartphone. Comodo nelle aree terremotate: l’operatore può fare il rilievo dall’esterno di una struttura pericolante.

E poi l’idea di passare al mercato telefonico…Perché?

Abbiamo visto la possibilità di importanti sinergie con il nostro business principale, quello degli strumenti di precisione, dove avevamo già lavorato con Android. La concorrenza è ovviamente forte negli smartphone, ma con una struttura snella come la nostra è possibile fare bene. Offriamo modelli con caratteristiche tecniche avanzate a prezzi concorrenziali, e con una visione di sviluppo unica. Facciamo un aggiornamento software ogni tre settimane, aggiungendo al sistema funzioni speciali. Per esempio la possibilità di prendere note mentre stiamo telefonando, grazie a una linguetta che appare. La modalità “power saving” che aumenta del 30 per cento l’autonomia. La funzione per rispondere alla telefonata scuotendo il cellulare. Quella per scattare una foto o cambiare canzone passando la mano di fronte allo schermo.

I prossimi passi?

Una prossima funzione permetterà di creare un mini schermo all’interno dei display, per consentire di utilizzare con una mano sola i cellulari da cinque pollici. Un’altra idea è fare apparire diverse app a seconda del luogo in cui l’utente si trova, in automatico. Se sei al lavoro, possiamo nascondere le app di gioco.

Ma in generale avremo sempre più investimenti in interfacce, su nuovi modelli e sulla rete commerciale. Avremo cinque prodotti nel 2014 e miriamo a cambiare completamente Android al punto da renderlo irriconoscibile. Del tutto personalizzato Stonex.

Obiettivi di mercato?

E’ un mercato difficile, con grosse barriere all’ingresso e che comporta una guerra con colossi. Eppure siamo riusciti a diventare leader nel settore della misurazione, dove i concorrenti hanno miliardi di euro di fatturato. Siamo convinti di fare la differenza anche nella telefonia: intendiamo arrivare al terzo posto nel mercato italiano in tre anni. Nel contempo stiamo internazionalizzando il business telefonico, aprendo in Regno Unito e Sud America.

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