È stato appena pubblicato il decreto attuativo sul manager dell’innovazione, argomento davvero interessante per molti di noi: c’è un voucher da 40.000 euro per l’impresa che utilizza questo tipo di consulente. In quest’articolo trovi tutte le principali informazioni sul decreto appena pubblicato. Beneficiari sono le PMI e, indirettamente, i consulenti in grado di favorire i processi di trasformazione digitale.
[Aggiornamento del 30 luglio] È stato pubblicato dal MISE anche il regolamento per iscriversi all’elenco degli innovation manager, aperto a imprese e professionisti, qui tutti i dettagli.
Perché l’Innovation Manager
Secondo il Digital Economy and Society Index dell’UE, giugno 2019, l’Italia è 24° su 28 per evoluzione e competitività nel digitale. Del resto, investiamo nell’intelligenza artificiale un decimo della Germania e un centesimo della Cina. Ci sono però alcune misure che offrono un’opportunità ai singoli e alle aziende nella corsa alla digital transformation, e questa è una di quelle.
Una recente ricerca 4.Manager indica nell’Innovation Manager la professione di gran lunga più richiesta dagli imprenditori nei prossimi anni, al 53% dei rispondenti, seguita da Export Manager 35%, CFO 33% e CTO 29%.
L’Innovation Manager può lavorare a diversi livelli operativi e con differenti provenienze funzionali. Ci sono Innovation Manager interni ed esterni all’azienda ed è un ruolo che si presta a molte interpretazioni. In quest’articolo, tuttavia, faremo riferimento all’Innovation Manager dal punto di vista normativo, ai fini dell’ammissione al voucher, il beneficio messo a disposizione dal MISE.
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Aziende beneficiarie
Il voucher è un finanziamento a fondo perduto, previsto dalla legge di Bilancio n.145 del 30 dicembre 2018, a favore delle micro, piccole e medie imprese, per l’acquisto di consulenze in materia di trasformazione tecnologica e digitale, attraverso le tecnologie abilitanti del Piano Impresa 4.0, e dei processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
Per le micro e piccole imprese il contributo arriva fino a 40.000€, nella misura del 50% delle spese ammissibili. Per le medie è fino a 25.000€, 30% delle spese. Per le reti d’impresa arriva fino a 80.000€, 50% delle spese.
Nel periodo di funzionamento della misura, i tre anni, 2018-2020, vengono messi a disposizione complessivi 75 mln €. Le imprese possono beneficiarne una sola volta.
Spese ammissibili
Il voucher copre i compensi per un manager dell’innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente con un contratto di consulenza di almeno nove mesi, finalizzati a indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale attraverso una o più tecnologie abilitanti. Queste sono: big data e analytics, cloud e quantum computing, cyber security, prototipazione rapida, realtà virtuale e aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo-macchina, manifattura additiva, stampa 3D, IOT, integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali, digital marketing e open innovation. Il voucher può coprire anche l’applicazione di nuovi modelli organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro; nonché i percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati, alla partecipazione al programma Elite, all’apertura al private equity o venture capital o all’utilizzo di strumenti di finanza alternativa o digitale, ad esempio equity crowdfunding, invoice financing, minibond.
Sono ammissibili solo le spese per consulenze contrattualizzate successivamente alla data di approvazione del contributo.
Chi sono gli Innovation Manager?
Per far sì che l’azienda che lo contrattualizza possa beneficiare del voucher, il manager deve fare domanda d’iscrizione all’elenco dei manager qualificati. Diverse sono le categorie di persone che possono fare domanda: soggetti già accreditati come manager dell’innovazione presso Unioncamere o associazioni di rappresentanza dei manager o le regioni; persone che abbiano conseguito un dottorato di ricerca in matematica, informatica, fisica, chimica, biologia, ingegneria, economia o statistica; o che in tali ambiti abbiano conseguito un master universitario di secondo livello, nonché incarichi presso imprese per almeno un anno nelle aree relative alle tecnologie abilitanti; o che nelle stesse materie abbiano conseguito la laurea magistrale ma con tre anni d’esperienza in tali aree; o ancora sette anni d’esperienza. Quindi una serie di profili professionali piuttosto ampia.
Possono iscriversi all’albo anche le società di consulenza, i centri di trasferimento tecnologico Industria 4.0, gli incubatori di start-up, che potranno indicare fino a dieci innovation manager.
Anche per i manager c’è un limite, di un solo contratto per anno solare.
Tempi e regole
Entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto attuativo, sul sito del MISE:
- il manager troverà le modalità e i termini per la domanda d’iscrizione all’albo;
- l’impresa potrà reperire il modello di domanda di ammissione del contributo, i termini per la presentazione e i criteri di valutazione. Nella domanda, l’impresa dovrà già indicare il manager di cui intende avvalersi.
In conclusione, considerando l’importo annuo di 25 milioni di euro, e ipotizzando un assorbimento per progetto di 35 mila euro, possiamo pensare a circa 700 progetti finanziati l’anno, non moltissimi rispetto al potenziale, ma comunque un bell’impatto se spesi bene.
Rimandiamo sicuramente al decreto attuativo per tutti i dettagli.