Italia paese di navigatori… certo, ma lenti, ancora troppo lenti. Atteso e puntuale come sempre, l’ultimo Rapporto sullo Stato di Internet pubblicato dalla piattaforma di distribuzione di contenuti digitali Akamai traccia un profilo a doppia faccia per il Web di casa nostra. Secondo gli epserti infatti ci connettiamo di più (crescita di indirizzi IP del 20 per cento rispetto al 2011 attestandosi oltre i 20 milioni) ma la velocità si conferma ancora una volta il nostro tallone d’Achille. Le connessioni oltre i 10 Mbps, le cosiddette High Broadband, sono infatti solo il 3,2 per cento sul totale nazionale. Questo vuol dire che, nella classifica dei Paesi più “sprint” in rete ci piazziamo al 39simo posto a livello globale. Sopra di noi la Francia, 35sima con il 5,2%, e la Spagna, 34sima con il 5,8 per cento. Eccellenze europee sono invece Svizzera, Paesi Bassi e Svezia con il 30, 29 e 25 per cento di connessioni veloci.
Non cambia, anzi peggiora la situazione se ci si focalizza sulle connessioni sopra i 4 Mbps, quelle a banda larga. In Italia si parla del 35% sul totale. Tradotto in cifre questo vuol dire 45sima piazza dietro Slovacchia, Polonia, Emirati Arabi Uniti, Romania e Ungheria. Nello specifico comunque «rispetto allo scorso trimestre – spiegano i ricercatori -, l’adozione di high broadband è aumentata anche in Italia (+7.8%): ad oggi, il 3.2% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps, una crescita del 24% rispetto allo stesso periodo lo scorso anno. Anche l’adozione della banda larga è aumentata: +10%, rispetto allo scorso anno e +12% rispetto all’ultimo trimestre 2012, stabilizzandosi al 35%. Tuttavia, tirando le somme a livello europeo, l’Italia permane al penultimo posto per numero di connessioni sia broadband sia high broadband; dietro di noi, solo la Turchia. In Italia, la velocità media di connessione nel primo trimestre 2013 si attesta sui 4.4 Mbps, più veloce del 4.4% rispetto al trimestre precedente e del 5.4% rispetto allo stesso periodo lo scorso anno. Il picco medio di velocità di connessione raggiunto nel nostro Paese è pari a 21.8 Mbps, maggiore del 9.7% rispetto al trimestre precedente e del 24% rispetto allo scorso anno. Si tratta però del picco più basso di tutta Europa».
«Il Rapporto di quest’ultimo trimestre mostra un positivo trend di crescita in termini di penetrazione di internet e banda larga a livello globale. In generale, abbiamo rilevato un aumento della velocità di connessione media e dei picchi di connessione, oltre ad un incremento del tasso di adozione di banda larga rispetto al trimestre precedente e al 2012 – spiega l’autore del Rapporto sullo Stato di Internet, David Belson di Akamai -. Tuttavia, l’attività dei malintenzionati non dà segni di declino, come dimostra la continua crescita di attacchi DDoS. Di conseguenza, va sottolineata la necessità, da parte delle aziende che gestiscono la propria presenza e il proprio business online, di non abbassare mai le difese».
Siamo meno pirati
Interessante anche il capitolo che lo studio ha dedicato agli attacchi informatici. Attraverso i rilevamenti di un set distribuito di agenti attivi su internet, Akamai è infatti in grado di monitorare il traffico legato agli attacchi informatici e individuare sia i Paesi origine del maggior numero di attacchi sia le porte loro obiettivo.
La Cina continua ad essere la principale fonte di attacchi anche nel primo trimestre 2013, essendo responsabile del 34% di quelli osservati (sebbene in discesa di 7 punti percentuale rispetto al trimestre precedente). Cina e Indonesia insieme hanno originato più della metà del traffico legato agli attacchi a livello mondiale. Dalla top ten dei Paesi che hanno generato più attacchi informatici esce l’Italia, che lo scorso trimestre si trovava in nona posizione e che, oggi, è responsabile solo dell’1.1% degli attacchi generati. L’unica nazione europea ancora presente in classifica è la Romania, che si piazza al nono posto.
L’Europa è in generale responsabile di meno del 19% del traffico legato agli attacchi.
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