Banking

Si moltiplicano gli accordi fra banche e Fintech. Primo obiettivo: accelerare l’innovazione

Uno studio Accenture ha mappato oltre 400 interazioni fra le 40 principali banche europee e le società finanziarie hi-tech (Fintech), un passo fondamentale per innovare. Ci si sta spostando dalla fase di sperimentazione a quella di adozione di nuove soluzioni digitali, come Insurtech o Wealth management, grazie anche alle normative sull’Open Banking. Le banche che innovano crescono anche in termini di valore sul mercato

Pubblicato il 14 Mag 2019

AI banche

Banche e Fintech sono legate da un doppio filo, quello dell’innovazione e della crescita. Lo conferma un recente studio di Accenture: le banche che portano avanti la trasformazione digitale, aprendosi anche al mondo delle startup Fintech (i nuovi player che propongono servizi finanziari innovativi), sono premiate dai mercati con una valutazione fino al 40% superiore, e i migliori risultati li ottengono quelle che utilizzano il digitale per trasformare tutti i processi aziendali.

Lo studio ha classificato le banche in tre gruppi, in base all’intensità con cui hanno implementato i progetti di trasformazione digitale, e ha sondato anche l’impatto della collaborazione con le Fintech, che a livello Europeo hanno attratto il 7% dei ricavi (nel 2017 avevano conquistato una quota del 6,6% sul totale).

Cosa spinge la crescita delle Fintech

Sono diversi i fattori che hanno spinto la crescita del settore Fintech. In primis la normativa (la PSD2 è entrata in vigore il 13 gennaio 2018 e sarà estesa il 14 settembre 2019, con la definizione di nuovi standard di sicurezza per i pagamenti digitali). Le nuove norme impattano l’ecosistema dell’Open Banking e stimolano la nascita di nuovi player, spingendo gli attori tradizionali ad adeguarsi ai nuovi trend e alle nuove tecnologie, per rimanere competitivi sul mercato. Non c’è dubbio poi che le nuove offerte incontrino il forte interesse dei clienti per l’innovazione e per i servizi bancari digitali, apprezzati da un cliente su due nel mondo.

Tutte le banche stanno andando verso l’Open Banking, aprendo le loro piattaforme, accogliendo le indicazioni normative entrate in vigore all’inizio del 2019. Secondo Accenture, entro il 2020 circa il 7% dei ricavi del settore in Europa si sposterà alle Banche “Champion” – player che sono a uno stadio avanzato in termini di open banking – a scapito di quelle che, invece, non sono riuscite a sfruttarne al meglio le potenzialità.

Le interazioni tra Fintech e banche sono oltre 400

Lo studio ha mappato oltre 400 interazioni realizzate dalle 30 maggiori banche europee a partire dal 2012 con le Fintech. Si tratta di investimenti (tramite Corporate Venture Fund), che sono il 25% del totale; partnership di vario tipo, che rappresentano il 39%; acquisizioni strategiche (dove chi investe ha acquistato più del 50% delle quote di capitale della società target), che rappresentano il 7%; o infine la creazione di acceleratori e incubatori proprietari delle banche, che sono il 29% del totale.

Le collaborazioni (che riguardano i primi 3 modelli di interazione) rappresentano oltre il 70% delle interazioni tra le banche e le Fintech.

Figura 1: Dati Osservatorio Accenture Interazioni Banche – FinTech in Europa

Circa il 40% delle Fintech analizzate offre servizi tecnologici e infrastrutturali all’interno della value chain finalizzate al miglioramento dei processi operativi (come Cybersecurity, Cloud, Analytics, Blockchain, API), che Accenture definisce Fintech Tech.

Un’opportunità di innovazione per le banche

Le collaborazioni che si sono mostrate maggiormente efficaci hanno accelerato l’innovazione, anche grazie all’introduzione dell’Intelligenza Artificiale; altre hanno invece migliorato il processo di gestione di un prodotto, oppure ottimizzato il sistema informativo.

I casi di maggior successo ad oggi riguardano prevalentemente i pagamenti, la User Experience per il segmento retail, i prestiti e la gestione personale degli investimenti. Stanno crescendo rapidamente altri nuovi contesti di collaborazione per esempio sulle piccole e medie imprese, sull’utilizzo di nuove tecnologie come la blockchain e l’intelligenza artificiale, collaborazioni che spingeranno le banche a trovare nuovi motori di crescita in un contesto in cui l’open banking entra nella sua fase di maturazione

«Il nostro osservatorio permanente sulle Fintech evidenzia come in questi 5 anni ci sia stata una esplosione nel numero, anche a livello Europeo. Siamo ora in una fase di maturità, dimostrata anche dal fatto che gli investimenti early stage nelle start up sono calati a fronte di un aumento degli investimenti nelle Fintech più mature. Ciò presuppone anche un ripensamento su come le banche debbano evolvere le loro modalità di ingaggio con questi nuovi attori, sviluppando strategie di ecosistema e vere e proprie piattaforme di crescita» ha dichiarato Mauro Macchi Responsabile dei Financial Services di Accenture.

Nell’ottica di accrescere la competitività, le banche necessitano di sviluppare nuove competenze per far sì che ciascuna collaborazione rientri nel proprio perimetro strategico e devono implementare un modello di valorizzazione in grado gestire efficacemente i processi end-to-end, con una chiara definizione delle responsabilità.

Negli ultimi 7 anni, Accenture è stata in grado di favorire la collaborazione tra banche e Fintech supportando nuovi accordi e sostenendo il raggiungimento degli obiettivi strategici di ciascuna partnership attraverso due istituzioni: il Fintech Innovation Lab, un programma in grado di riunire startup e senior executive per favorire l’interazione e fornire consulenza, che ha visto la partecipazione attiva di 114 istituzioni finanziari e ha raccolto un capitale di oltre 1.5 miliardi di dollari – e Accenture Ventures, organizzazione che si è occupata di sviluppare più di 175 partnership, con lo scopo di scalare rapidamente l’innovazione e accelerare la trasformazione digitale dei propri clienti.

Le principali aree di sviluppo del Fintech

Accenture evidenzia le maggiori opportunità in queste aree:

Digital Identity

Le Banche dovrebbero assumere un ruolo trainante nella diffusione della Digital Identity, al fine di sfruttare l’identità digitale come leva di sviluppo di servizi a valore aggiunto per la propria clientela. Ad esempio, la Svezia ci insegna che questo processo è possibile: grazie alla realizzazione di un modello di cooperazione tra le varie banche e la pubblica amministrazione, ad oggi l’80% della popolazione svedese utilizza una sola identità digitale per accedere a una vasta gamma di servizi bancari, finanziari e governativi

Intelligenza Artificiale

La rapida evoluzione tecnologica dell’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il sistema bancario dal punto di vista digitale e tecnologico, creando grandi benefici per gli incumbent che hanno scelto di investire in questo ambito. Nello specifico, Accenture ha stimato che i player bancari che investono in AI possono incrementare i propri ricavi del 32% in un arco temporale di 5 anni, con un impatto positivo anche sull’occupazione, che crescerebbe del 9%.

Wealth Management

In un contesto di crescente incertezza dei mercati finanziari, diventa fondamentale la capacità di fornire servizi di gestione professionale su larga scala, personalizzati e diversificati, con un alto livello di protezione finanziaria e basati su una logica di medio termine. I top player bancari globali si stanno adeguando a questo trend proponendo strategie di investimento costruite sulle nuove tecnologie e anche le Fintech del settore WealthTech, acceleratori di questo processo, si stanno orientando verso soluzioni B2B2C (business-to-business-to-consumer), in collaborazione con gli istituti finanziari. La posta in gioco sul mercato italiano è alta: Accenture stima è una crescita di 1 trilione del risparmio gestito (AUM – Asset Under Management) nei prossimi 5 anni.

Alternative Lending

In risposta alle aspettative di crescita del mercato dell’Alternative Lending (che si stima supererà i 25 miliardi di euro al 2022) sono sempre più numerosi i casi di collaborazione tra FinTech e incumbent, finalizzati a scalare il business e a sviluppare capabilities distintive.

Per quanto riguarda il mercato italiano, il “valore intrappolato” è rilevante; si stima un’opportunità di oltre 45 miliardi di euro di nuovi prestiti e 1,3 miliardi di euro di ricavi addizionali, raggiungibili grazie all’inclusione di clienti oggi non serviti e al potenziale utilizzo di nuove fonti dati in fase di credit scoring.

Open Banking

La possibilità di creare un vero ecosistema di partner, facendo leva sulle nuove tecnologie di connessione e integrazione tra parti, permetterà alle Banche di estendere i propri canali di relazione con la clientela ed evolvere la propria offerta creando nuovi servizi o trasformando gli attuali. Si tratta di un’opportunità che a livello Europeo vale oltre 60 miliardi di euro al 2020 e che anche per l’Italia peserà poco meno del 5% delle revenues totali, con un impatto di circa 3,5 miliardi di Euro. Ci aspettiamo che sarà tanto il mondo delle imprese quanto quello dei privati ad investire su specifici ambiti di prodotto; prevediamo che i principali saranno il mondo del lending (55% del valore generato), dei pagamenti digitali (15%) e dei conti correnti (20%).

Insurtech

Nel 2018 a livello globale vi è stato un forte aumento degli Investimenti in Insurtech, sia in termine di numero di deal (+11%), che in investimenti ricevuti (+80,4%), con l’Europa che rappresenta l’area a maggior crescita (3 volte dal 2015 a oggi). Da un nostro studio di mercato emerge che le startup, per crescere, partono da una verticalizzazione iniziale e tendono ad espandersi per “prossimità”, facendo bundling di servizi in modo da ampliare il proprio portafoglio di prodotti e servizi e raggiungere quindi l’eccellenza in diverse aree. Similmente, anche le compagnie assicurative tradizionali stanno facendo “rebundling”, cioè stanno sostituendo alcune componenti “inefficienti” della catena del valore con soluzioni e servizi offerti dalle Insurtech e dagli ecosistemi di innovazione.

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