Secondo un’analisi condotta da Intermec, specialista americano di dispositivi di raccolta dati basati su barcode e RFID, un centro di distribuzione registra mediamente costi in eccesso per circa 390.000 dollari all’anno a causa di errori di prelevamento (mis-pick) della merce in magazzino.
Lo studio si basa sulle interviste di 250 manager di supply chain e di distribuzione in quattro Paesi (USA, Regno Unito, Francia e Germania), e ha appurato che mediamente un singolo errore di prelevamento costa 22 dollari, e che oltre la metà delle aziende (52%) ha un tasso di prelevamenti corretti (pick rate) inferiore al 97%. Un 19% di aziende inoltre non misura in alcun modo i costi degli errati prelevamenti, cosa che fa pensare che i costi reali di questi errori possano essere anche superiori ai valori calcolati nell’analisi di Intermec.
Non sorprende che le aziende del campione che hanno recentemente condotto un’analisi dei processi di supply chain abbiano rilevato che il picking sia una delle aree che più offrono opportunità di tagliare costi e realizzare efficienza.
Otto manager su 10, nel campione, riferiscono di avere l’incarico di tagliare i costi (in media del 19%) delle attività di magazzino, e tre quarti di essi sono convinti che l’automazione e l’adozione di nuove tecnologie possano essere gli elementi più importanti per migliorare la profittabilità dei centri di distribuzione.
La tecnologia deve essere semplice
Nonostante questo, più del 51% ritiene “una grossa sfida” l’introduzione di nuove tecnologie soprattutto per il pericolo che gli addetti non le usino, sottolineando la necessità che i dispositivi siano intuitivi, semplici e multi-funzionali per permettere la massima flessibilità operativa agli addetti stessi.
La situazione reale inoltre non rispecchia completamente la convinzione sull’importanza delle nuove tecnologie, perché quasi un’azienda su quattro (23%) usa ancora documenti cartacei per gestire i processi del centro di distribuzione. Il lato più positivo è che aumenta comunque l’uso di tecnologie avanzate: oltre la metà dei manager (52%) ha adottato le etichette RFID, mentre il 24% delle soluzioni di riconoscimento vocale per le attività di magazzino.