Quali sono i fattori di maggior impatto sulle strategie di supply chain management nel 2019? Gartner ha approfondito il tema con un report molto sintetico ma particolarmente attento all’impatto delle tecnologie digitali in questo campo.
I supply chain manager giustamente vogliono fare scelte ponderate sugli investimenti da fare, in particolare sulle tecnologie, per preparare al meglio la loro organizzazione per il futuro, spiega Gartner. Ma le variabili sono talmente tante che tenere conto di tutte è impossibile.
C’è però un elemento fondamentale, da considerare in qualsiasi valutazione d’investimento. I processi di supply chain saranno fortemente interessati dalla trasformazione digitale. E l’obiettivo finale della trasformazione digitale in questo campo, specifica Steven Steutermann, Managing VP di Gartner, è arrivare a supply chain in gran parte autonome, con capacità di autoregolarsi e decidere come reagire a eventi e cambiamenti.
Quattro fattori stanno interagendo in questa trasformazione, e i supply chain leader devono tenerne conto fin da subito nelle decisioni di investimento.
Cala l’offerta di lavoro, e il livello di competenze
Il primo fattore è la diminuzione dell’offerta di lavoro. Nel 2012 la crescita del numero di persone in età non lavorativa ha superato quella delle persone in età lavorativa: questo trend continuerà, e avrà un forte impatto sulla gestione delle supply chain. Per giunta l’offerta di lavoro si sposterà verso le regioni meno sviluppate del mondo, e quindi i lavoratori saranno mediamente meno preparati come formazione scolastica, e meno esperti nell’uso delle tecnologie.
Traduzione: le strategie per trovare e trattenere addetti e manager specializzati in area supply chain sono sempre più importanti. In particolare, dice Gartner, uno degli skill più importanti da ricercare nelle assunzioni per magazzini, logistica e trasporti è la “digital dexterity”.
Cos’è la digital dexterity? È la capacità di adattarsi a nuove tecnologie in tempi brevi, e anche la disponibilità a utilizzare strumenti di Advanced Analytics e AI (Artificial Intelligence) per prendere decisioni. Ed è un insieme di caratteristiche cruciali in processi di supply chain che saranno sempre più fortemente automatizzati. Per questo la “digital dexterity” dovrà essere un componente irrinunciabile in qualsiasi programma di formazione in ambito supply chain.
L’AI sarà usata sistematicamente in ambito supply chain
Il secondo fattore è proprio l’AI, l’intelligenza artificiale. Siamo lontani dal realizzare il pieno potenziale dell’AI, spiega Gartner, ma in un paio d’anni potremmo arrivarci, soprattutto in tipici casi d’uso di supply chain management, come il demand planning e la gestione del ciclo order-to-cash.
«Oggi i supply chain leader più innovativi usano il machine learning solo in alcuni scenari, per esempio per prevedere la domanda dei diversi segmenti di clienti, o assegnare i task quotidiani. Ma in futuro l’AI sarà usata sistematicamente negli ambienti di supply chain perché abbatte la complessità, automatizza le decisioni di operatività quotidiana, aiuta a prevedere gli ordini, e riduce i costi», spiega Steutermann.
Virtual Reality, la tecnologia “digital twin” è perfetta per simulare e sperimentare
Il fattore numero 3 sono le tecnologie di realtà virtuale e realtà aumentata. Gartner fa un paio di esempi già in uso – l’image technology per visualizzare la situazione degli scaffali del negozio e quindi i rischi di esaurimento scorte (out-of-stock), i “digital twin” 3D dei prodotti che facilitano la personalizzazione on-demand. Ma molti altri ne emergeranno con sempre maggior impatto in ambito supply chain.
In questo campo Gartner raccomanda ai supply chain leader di approfondire proprio la tecnologia digital twin, che letteralmente ridefinirà i modelli di gestione della supply chain. «I digital twin non sono solo rappresentazioni digitali del prodotto o dell’asset fisico, ma comprendono anche le caratteristiche dei processi per progettarlo e produrlo. Sono quindi perfetti per sperimentare i punti critici del design o dei processi».
Sostenibilità: il ciclo di vita dei prodotti deve diventare circolare
Il quarto fattore è tutto ciò che va sotto il nome di “circular economy” o in altre parole sostenibilità. Nell’economia tradizionale la produzione è un processo lineare: materie prime, componenti, prodotto finito, uso del prodotto, smaltimento. In futuro lo spreco evitabile sarà considerato sempre più inaccettabile dall’opinione pubblica. Questo significa che i supply chain leader devono contribuire a disegnare un “ciclo di vita circolare” per i prodotti dell’azienda, in cui il maggior numero possibile di componenti (idealmente tutti) sia riciclato, cioè recuperato e riutilizzato.
L’obiettivo non è più solo dare valore al cliente, e diventa dare valore al cliente minimizzando gli sprechi, spiega Steutermann. Un sistema con questo obiettivo per essere efficiente deve essere automatizzato, e qui entrano in gioco i primi tre fattori citati. «Usare tecnologie come AI e VR in uno scenario automatizzato permette alla supply chain di concretizzare i principi della circular economy operando in modo autonomo, e diventando alla fine un ecosistema autosufficiente».
Tre dati per capire come sarà il supply chain management nel 2023
Con orizzonte a 5 anni, poi, Gartner ha sintetizzato in alcuni dati gli sviluppi più probabili della digitalizzazione della supply chain:
– entro il 2023, più del 30% degli addetti di magazzino saranno coadiuvati (non sostituiti) da robot collaborativi
– entro il 2023, almeno la metà delle global company utilizzerà tecnologie di AI (artificial intelligence), advanced analytics, e IoT (Internet of Things) nelle attività di supply chain quotidiane
– entro il 2023 il 90% dei progetti di supply chain management basati su tecnologie Blockchain entrerà in sofferenza per mancanza di robusti casi d’uso.
Quest’ultimo punto merita ovviamente una spiegazione. Gartner cita un’indagine tra i supply chain leader suoi clienti per cui solo il 19% considera la Blockchain una tecnologia molto importante, e solo il 9% ha investito in essa. Perché? Un problema è l’eccesso di entusiasmo iniziale per questa tecnologia. Un altro è la difficoltà di dimostrare la superiorità della Blockchain rispetto a tecnologie più “tradizionali” utilizzate nelle supply chain. Un terzo è la limitatezza delle applicazioni provate finora – garantire l’autenticità, migliorare la tracciabilità – unita a immaturità delle tecnologie, carenza di standard, e insufficiente comprensione del concetto stesso di Blockchain.