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Toughbook, il notebook di riferimento per la Cartella Clinica Elettronica

Pubblicato il 21 Gen 2013

La Sanità è sicuramente uno dei settori più complessi, vista la particolare condizione di stress e di criticità cui sono sottoposti medici, pazienti e personale ospedaliero. Per questo motivo, dotare il personale sanitario di dispositivi, come i Toughbook, che possono permettere un accesso istantaneo alle schede dei pazienti o ricevere i dati dal luogo di un incidente implica miglioramenti notevoli al flusso di lavoro del personale di servizio e nella cura del paziente.
Grazie alla loro struttura totalmente sanificabile, testato su 42 disinfettanti ospedalieri, alle interfacce sigillate, ai dischi fissi antiurto e ai livelli di emissioni elettromagnetiche straordinariamente basse, i Toughbook ottimizzano i processi nel settore sanitario.
Tra le applicazioni maggiormente utilizzate c’è, senza dubbio, la Cartella Clinica Elettronica: con i Toughbook è possibile informatizzare gradualmente la cartella clinica dei pazienti nell’ottica di abbandonare completamente la versione cartacea, mettendo al servizio del personale ospedaliero uno strumento che possa essere usato in completa mobilità, davanti al letto del paziente, in corridoio, in pausa pranzo. L’obiettivo è quello di rendere disponibile in qualunque luogo e momento, ad un numero illimitato di utenti (medici e infermieri), l’accesso a tutti i dati clinici del paziente.
Ora, ciascun medico o infermiere può accedere in modo indipendente al dato clinico, verificarlo, modificarlo se necessario, senza la necessità di recarsi dal paziente e quindi con un grande risparmio di tempo.
Le cartelle cliniche elettroniche possono essere recuperate dai server aziendali, aggiornate e in seguito ritrasferite direttamente ai server mediante una rete wireless protetta. Penna, carta e annotazioni scritte a mano vengono sostituite da un efficiente processo informatico con accesso in tempo reale alle cartelle cliniche dei pazienti e ai test di laboratorio.
Un’altra rilevante applicazione è il Progetto Prelievo Sicuro, che ha permesso di automatizzare una delle fasi più critiche della gestione dei prelievi ematici, cioè il momento dell’abbinamento tra paziente e provette.
Usando il Toughbook, si può leggere direttamente sul letto del paziente il braccialetto identificativo tramite il lettore RFID. In questo modo, si accede rapidamente ai relativi dati anagrafici e li si associa traverso un codice alla provetta corrispondente. In seguito alla verifica della corretta associazione dei dati, la richiesta informatizzata con tutti i dettagli sull’esame viene inviata al laboratorio, velocizzando le mansioni dell’operatore e riducendo i rischi di errore nell’associazione della provetta.
I modelli consigliati per il settore Sanità
  • L’aziendale ospedaliera di Vimercate utilizza quotidianamente circa 300 Toughbook CF-C1, predecessore del neonato CF-C2, che rispondono perfettamente ai requisiti dell’utilizzo in ospedale: una grande autonomia (la doppia batteria intercambiabile a caldo assicura fino a 12 ore con una sola ricarica), solidità e robustezza (le macchine restano normalmente accese 24/7) e maneggevolezza. Un altro criterio che ha giocato a favore nella loro scelta è la possibilità di utilizzare portatili come il CF-C2 anche in modalità tablet convertibile con touchscreen, che ne rende più agevole e veloce l’utilizzo.
  • L’alternativa al C2 è senz’altro il Toughbook CF-H2, tablet leggero (solo 1,58 kg), ergonomico e con una lunga autonomia (10 ore). Oltre a quanto appena detto, altre caratteristiche del CF-H2 che hanno guidato la scelta per esempio dell’ospedale di Bologna e del Pertini di Roma, sono state la robustezza, essenziale nel caso di cadute accidentali, come spesso avviene ad un dispositivo appoggiato sui carrelli, la sanificabilità, cioè la possibilità di disinfettarlo ovunque, anche sul display touchscreen e l’assenza di fessure e ventole, che normalmente faciliterebbero la proliferazione dei batteri.

CASE STUDY
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Ospedale di Vimercate

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