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Spoletini, Oracle: «Creiamo partnership strategiche con i clienti: il best of breed nel cloud non funziona»

Il numero uno italiano Fabio Spoletini racconta il momento positivo di Oracle Italia (“il migliore di sempre”), e parla di una nuova relazione cliente-fornire, più trasparente e orientata alla consulenza, che porta ad affrontare i progetti di innovazione in ottica strategica. «L’offerta applicativa è sempre più ampia per fornire soluzioni end-to-end: non si può più fare un minestrone di tecnologie diverse». In arrivo le soluzioni di Autonomous Computing basate sull’AI

Pubblicato il 27 Lug 2018

Manuela Gianni

Direttrice, Digital4Executive

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Viviamo un momento di passaggio cruciale per il mercato IT, in cui il digitale è al centro delle strategie delle aziende e la scelta del fornitore di riferimento è diventata determinate. E in questo passaggio, Oracle vuole un ruolo da protagonista, non solo come vendor tecnologico ma anche come consulente e partner. Lo spiega Fabio Spoletini, numero uno in Italia dal 2014: «Oggi il 50% degli obiettivi di un CEO è legato alla trasformazione digitale, con un orizzonte di due anni. Serve un cambio nella relazione con i clienti: le aziende stanno identificando i loro partner strategici, hanno ben compreso che con il cloud non si potrà più scegliere il best of breed».

Il manager è orgoglioso ed entusiasta dei risultati portati a casa negli ultimi due anni, e cita alcuni dei più importanti clienti acquisiti, come Pirelli (Digital Marketing), Boscolo, a2a, Moleskine (Customer Experience), Iren, Unieuro, Ministero del Lavoro, Danieli (HR).

«ll 2017 è stato l’anno migliore di sempre per Oracle Italia (che impiega 1200 persone -ndr) e quest’anno abbiamo confermato il risultato. Abbiamo acquisito progettualità altamente strategiche e innovative, come non ho mai visto in 20 anni di Oracle. Ci siamo presi la responsabilità dei risultati e abbiamo investito, ottenendo anche il coinvolgimento dell’Headquarter americano su clienti italiani. Puntiamo a creare un rapporto affidabile e a ridurre i rischi con metodologie che garantiscano il successo dell’implementazione, sia in fase iniziale che in seguito, quando si aggiungono le nuove capabilities. Deve essere un processo standard per il 70-80%, in cui il dipartimento IT, il fornitore e il business lavorano in parallelo».

Il futuro è all’insegna dell’Autonomous Computing

Spoletini ha ricordato anche la strategia che l’azienda di Larry Ellison sta portando avanti a livello globale. Le priorità sono tre. In primis c’è l’innovazione tecnologica, all’insegna dell’Autonomous computing: significa automazione spinta nella gestione del software grazie all’Intelligenza Artificiale, un salto quantico per l’IT, che sarà al centro dell’attenzione per i prossimi 5 anni.

Il secondo pillar sono le applicazioni business per la trasformazione dei processi, che compongono un portafoglio sempre più ampio e in trasformazione, anche qui con l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale a vari livelli. «Le soluzioni applicative sono presenti in 23 quadranti di Gartner: Customer experience (CX), lead management, le DMP bluekai (Data Management Platform), ERP, soluzioni di field service e via dicendo. Sono tante perchè nel cloud non si può più fare un minestrone di soluzioni diverse. Per questo, il terzo punto della strategia è il “customer success”».

Spoletini spiega che, per aiutare le aziende a raggiungere il successo, Oracle si pone come partner in grado di assumersi il rischio di progetto, dialogando anche con CFO e CEO oltre all’IT, garantendo più trasparenza, potenziando i servizi post sales, facendosi carico dei progetti end-to-end, ma senza sostituirsi ai partner.

«I nostri servizi di consulting sono legati al successo dei clienti. Servono partnership per rompere 20-30 di storia applicativa e innovare i processi, per creare la data driven company, superando il grosso problema di tutti i clienti che affrontano la Digital Transformation, ovvero che oggi i dati sono in silos separati e poco navigabili».

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