Smart Building

L’Internet of Things per le case “intelligenti”

Le applicazioni di Smart Home & Building sono ampie e variegate: dalle soluzioni tradizionali di videosorveglianza e manutenzione impianti, a quelle più innovative di gestione dell’energia. I dettagli nell’analisi della School of Management del Politecnico di Milano

Pubblicato il 17 Set 2012

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Nel panorama dell’Internet of Things, le applicazioni di Smart Home & Building rivestono una particolare importanza. Rappresentano, infatti, l’anello di congiunzione fra l’individuo (cittadino, consumatore) e i livelli sovrastastanti di adozione del paradigma IoT (Smart City, Smart Grid).

Il panorama applicativo in ambito Smart Home & Building è ampio e variegato. Non mancano alcune soluzioni “tradizionali” e ormai consolidate, mentre la maggior parte dei progetti recenti, ancora allo stadio sperimentale, ha come denominatore comune la gestione dell’energia.

In base alle analisi dell’Osservatorio Internet of things, del Politecnico di Milano, le applicazioni di Smart Home & Building differiscono significativamente per maturità, diffusione e grado di aderenza verso l’Internet of Things.

Vi sono alcune soluzioni consolidate e diffuse da tempo, che utilizzano le funzionalità più semplici abilitate dall’Internet of Things: è il caso di applicazioni a scopo di security (videosorveglianza, antintrusione, gestione accessi), di manutenzione impianti (rilevazione guasti, gestione delle attività di manutenzione ordinaria) e di “gestione scenari” (climatizzazione, illuminazione, irrigazione).

I progetti in ambito energetico

Altre soluzioni, più articolate e più complesse, stanno emergendo con evidenza e fra tutte si segnalano quelle di Energy Management: su oltre 140 applicazioni individuate in Italia e all’estero dal Politecnico ed avviate negli ultimi 5 anni, ben una su tre ha tra le sue finalità la gestione delle risorse energetiche in ambito industriale e, soprattutto, residenziale.

Sull’onda di tale interesse in Italia sono nati tra fine 2010 e inizio 2011 alcuni consorzi (Energy@ Home, Home Lab) e progetti (ad esempio e-Cives17) volti a studiare soluzioni per “abitare in modo sostenibile”, dal punto di vista energetico e sociale.

Uno dei fattori che accomuna i progetti più “evoluti” è il ruolo attivo dell’oggetto intelligente: i diversi oggetti all’interno della casa sono in grado di parlare tra di loro e, se necessario, acquisire informazioni esterne per organizzarsi autonomamente in ottica di risparmio energetico. Concetti quali interoperabilità, standard di comunicazione nonché raggiungibilità dell’oggetto acquisiscono quindi decisiva importanza, come testimoniato dalla natura dei consorzi stessi, che vedono il coinvolgimento di diversi attori della filiera e, talvolta, di enti di ricerca pubblica.

Il tema energetico è centrale anche nel collegamento tra Smart Home & Building e Smart Grid. L’utente è uno dei principali “ingredienti” di una Smart Grid in quanto al tempo stesso consumatore e potenziale produttore della risorsa energia. Le sue scelte hanno quindi un duplice impatto: da un lato i comportamenti di consumo influiscono su picchi e carico della rete, dall’altro è necessario gestire la reimmissione in rete di un’eventuale surplus di energia, prodotta ad esempio tramite impianti fotovoltaici. Inoltre l’edificio, residenziale o meno, è un elemento rilevante nello sviluppo della mobilità elettrica in quanto punto di ricarica.

British Gas ha effettuato nel Regno Unito un progetto pilota per analizzare gli effetti della maggiore consapevolezza in merito ai consumi di energia (“energy awareness”), nel quale ha reso disponibili agli utenti – attraverso un display all’interno della casa – dati aggiornati sui consumi di elettricità e gas. I risultati del pilota hanno evidenziato una riduzione del 2% dei consumi energetici complessivi che potrà ulteriormente crescere grazie alla disponibilità di informazioni relative ai consumi di ogni singola apparecchiatura e/o all’implementazione automatica di azioni correttive (come ad esempio lo spegnimento o la modifica del ciclo di funzionamento degli elettrodomestici).

Assistenza alla persona e sicurezza

Altri due recenti contesti di impiego stanno crescendo di importanza, sui quali c’è elevata aspettativa ma ancora incertezza in termini di benefici e struttura del sistema: l’Assistenza alla persona (soluzioni per la rilevazione di anomalie comportamentali e per il monitoraggio delle patologie) e la Safety (soluzioni per il monitoraggio dell’integrità strutturale e la prevenzione di infortuni in ambiti prevalentemente industriali, come cantieri e grandi impianti).

In tali contesti, la possibilità di correlare informazioni diverse, quali ad esempio la localizzazione di mezzi e persone con parametri ambientali, incrementerà di molto l’efficacia delle nuove soluzioni, che però sono ancora allo stadio iniziale del percorso di sperimentazione.

La tecnologia percepita come distante e complessa

In base ai risultati dell’Osservatorio, il consumatore, soprattutto per applicazioni di Smart Home, percepisce ancora la tecnologia come distante e complessa. Lavorare su questa percezione è fondamentale.

Nonostante il concetto di domotica non sia nuovo, la diffusione di tali soluzioni è un processo lento, legato a ristrutturazioni e nuove costruzioni, spesso influenzato negativamente dalla percezione di una tecnologia ostica e costosa.

Soprattutto in ambito residenziale permane una certa diffidenza verso implementazioni domotiche che vadano oltre la sorveglianza o il controllo remoto della climatizzazione.

I due Focus Group condotti durante la Ricerca – rivolti a capifamiglia – hanno mostrato come le funzionalità meglio percepite riguardino l’Energy management, la Security e la Gestione scenari, in quanto è più facile comprenderne il funzionamento o percepirne i benefici (risparmio sui consumi, sicurezza e comfort rispettivamente); la componente tecnologica invece pone preoccupazioni per gli alti costi, la manutenzione e l’affidabilità.

Per ridurre questa distanza emotivo-conoscitiva è necessaria una migliore comunicazione, che favorisca la comprensione dei benefici e valorizzi l’usabilità del sistema. A tale scopo, nei progetti più recenti si ricorre spesso all’uso di interfacce già note (come ad esempio tablet o smartphone) per consentire al consumatore di fruire della soluzione tramite strumenti “comuni”, facili e con cui abbia già sviluppato un buon grado di confidenza.

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