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Fatturazione elettronica B2B, i vantaggi di una soluzione completa articolata in tre componenti

TESISQUARE integra veicolazione dei documenti digitali, conservazione a norma e un portale B2B dove gestire oltre alle fatture ogni altro documento del ciclo dell’ordine. «Possiamo offrire un approccio “agnostico”, mentre molti altri operatori hanno proposte parziali, polarizzate su una sola di queste componenti», spiega Gianmario Mollea, Marketing & Sales Manager

Pubblicato il 11 Giu 2018

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L’adeguamento normativo dei processi aziendali, se gestito con lungimiranza e non solo come una “forzatura”, rappresenta una buona occasione per cogliere le opportunità derivanti dalla digitalizzazione del processo disciplinato, cogliendo così le potenzialità offerte dall’innovazione.

La Fatturazione Elettronica tra Privati, detta anche fatturazione elettronica B2B, ne è proprio un esempio; la richiesta di digitalizzazione del processo di fatturazione, che in Italia diventerà obbligatoria per le cessioni di gasolio e benzina dal 1° luglio prossimo, e dal 1° gennaio 2019 per tutti gli altri beni e servizi, rappresenta un cambiamento epocale. Non solo per le singole aziende, ma per tutto il sistema Italia. Infatti secondo le stime coinvolgerà circa un miliardo di fatture all’anno, contro qualche decina di milioni per la fatturazione elettronica verso la PA.

L’obbligo di digitalizzazione del processo di fatturazione sta creando un mercato molto promettente per chi propone soluzioni che consentono di passare dalle fatture cartacee alle fatture elettroniche. Si tratta di un mercato che attrae nuovi operatori e amplia continuamente i servizi disponibili. Differenziarsi è difficile, occorre puntare su elementi distintivi immediati, e TESISQUARE, come ci spiega Gianmario Mollea, Marketing & Sales Manager, punta soprattutto su due punti di forza: «Possiamo dire che TESISQUARE offre da sempre soluzioni di integrazione B2B e la Fatturazione Elettronica tra Privati non è altro che l’evoluzione naturale di questo percorso. Un percorso che ha portato l’azienda a strutturarsi per proporre una soluzione completa che comprendesse veicolazione dei documenti digitali, conservazione a norma e un portale B2B».

TESISQUARE è un partner tecnologico specializzato nella progettazione e implementazione di ecosistemi digitali collaborativi pensati per potenziare e rendere agili i processi di interazione dei molteplici touch point e attori della value chain estesa: produttore, distributore e consumatore.

Fondata nel 1995 a Bra (CN), l’azienda è attiva sia sul territorio nazionale con filiali distribuite in tutto il Paese (Milano, Torino, Roma, Padova, Genova e Bologna) sia a livello internazionale con sedi in Olanda, Francia, Spagna e partnership attive in USA, Brasile e Sud Africa. Grazie alla copertura internazionale, nel 2017 la customer base di TESISQUARE ha raggiunto una presenza in 30 paesi.

«La Fatturazione Elettronica tra Privati entrerà in vigore a partire da quest’anno ma – continua Mollea – TESISQUARE ha seguito lo sviluppo della normativa fin da subito presenziando agli incontri del gruppo di lavoro del MEF a Roma e partecipando all’Osservatorio di Fatturazione Elettronica ed eCommerce B2B del Politecnico di Milano. Proponiamo sul mercato la nostra soluzione di Fatturazione Elettronica B2B già da gennaio 2017, quando il Governo Italiano decise di fornire degli incentivi ai soggetti privati desiderosi di digitalizzare il processo di ricezione e invio delle fatture».

Già dai primi mesi del 2017, infatti, alcune aziende si sono affidate a TESISQUARE integrando la soluzione nei loro sistemi e anticipando così il processo di rivoluzione digitale. «Ma non solo: oltre a essere stati precursori per la Fatturazione Elettronica tra Privati – aggiunge Mollea – lo siamo stati anche per la Fatturazione Elettronica verso la PA a livello nazionale nel 2014 e nel progetto di “Dematerializzazione del ciclo acquisti”, primo caso in Italia di implementazione dello standard Europeo PEPPOL, in Regione Emilia Romagna. E ancor prima sull’EDI, con progetti internazionali che vedevano coinvolti nostri clienti e i rispettivi partner esteri».

TESISQUARE quindi propone sul mercato una soluzione completa caratterizzata da tre componenti: veicolazione dei documenti digitali, conservazione a norma e un portale B2B, quest’ultimo inteso come “data hub” dove gestire le fatture ma anche altri documenti, fino a coprire nei casi più avanzati l’intero ciclo dell’ordine.

«TESISQUARE è ormai da anni conservatore, ed è inoltre il primo provider EDI in Italia nel settore del largo consumo. Forniamo un servizio di Integration Brokerage completo con il monitoraggio 24/7 dei flussi e con personale help desk pronto a prendere in carico le richieste dei clienti e a rispondere con azioni immediate in caso di problemi urgenti». L’esperienza sul tema della gestione delle fatture nel settore della grande distribuzione e in particolare nel fresco (art. 62 della legge 27/2012, ndr), continua il manager, ha permesso a TESISQUARE di saper gestire situazioni in cui anche il ritardo di un giorno nell’emissione significa rimandare l’incasso di un mese. «Questo è un tema che impatta anche sull’infrastruttura tecnologica: oltre al canale accreditato di comunicazione verso il SdI (Sistema di Interscambio), da tempo garantiamo tutta la scalabilità necessaria in caso di picchi di domanda, grazie al supporto di partner tecnologici certificati».

Infine la terza componente. «Il fatto di avere una soluzione che comprende l’EDI, la gestione documentale e la conservazione, collegati alla piattaforma di Supply Chain Visibility, ci ha permesso di sviluppare un portale B2B, più o meno articolato in funzione delle esigenze del cliente, dove la fatturazione B2B è solo uno dei processi gestiti, insieme per esempio all’execution dell’ordine».

Tutte queste caratteristiche, ribadisce Mollea, consentono un approccio completo e “agnostico”, mentre la proposta di molti altri operatori è polarizzata sulle singola capacità. «Per esempio, un operatore che fa solo EDI, per la conservazione potrebbe proporre un partner o di affidarsi allo SdI, che conserverà le fatture per un certo numero di anni sia a fini fiscali che civilistici.

Uno specialista di gestione documentale e conservazione invece può puntare sulla tesi che in pochi anni, con la fatturazione gestita dallo SdI, l’EDI andrà a morire. «Ma questo non ha senso perché l’EDI in Italia veicola molte altre informazioni e documenti oltre alla fattura. Ad oggi, lo SdI si dà tempo fino a 5 giorni per inviare la notifica di avvenuta trasmissione della fattura al mio cliente. Molte imprese invece hanno l’esigenza di avere queste informazioni in tempo reale, e hanno realizzato sistemi EDI di invio fattura, controllo automatico, e input diretto nel sistema gestionale, con notifica immediata». Infine c’è il caso degli specialisti di soluzioni di portale, «che di solito si occupano di Procure-to-Pay ma non fanno veicolazione verso lo SdI né conservazione certificata».

La fatturazione elettronica B2B, conclude Mollea, sarebbe un salto di qualità epocale per l’innovazione delle aziende italiane: «Porterebbe tutta una serie di benefici, spingendo a estendere la digitalizzazione ad altri processi amministrativi, idealmente fino all’intero ciclo dell’ordine, e favorirebbe anche la collaborazione nei processi di approvvigionamento e logistici e la razionalizzazione dei flussi informativi tra azienda e azienda».

Ma proprio per la portata di questa trasformazione, ci sono alcune criticità da non sottovalutare. «Dal punto di vista tecnico, una preoccupazione riguarda i volumi che lo SdI dovrà processare. Se i livelli di performance non sono quelli a cui diverse imprese sono già abituate, sui canali che usano già per la fatturazione o il ciclo dell’ordine, queste, almeno inizialmente potrebbero continuare a usare i canali precedenti, a fianco allo SdI previsto obbligatoriamente dalla normativa fiscale».

Un altro problema sono i diversi aspetti che l’Agenzia delle Entrate e il MEF devono ancora chiarire, tant’è che ancora oggi molte aziende si aspettano uno slittamento dell’obbligo oltre l’1 gennaio. «Moltissime aziende stanno raccogliendo informazioni, chiedendo preventivi e facendo studi di fattibilità, in modo da essere pronti a scegliere il fornitore e la soluzione quando le cose saranno più chiare. Sulla scadenza di gennaio l’Italia si è impegnata a livello politico con l’Europa nel far partire questo progetto nei tempi stabiliti, per cui riteniamo altamente improbabile un rinvio».

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