Focus

eProcurement, l’affondo dell’Unione Europea

L’Unione Europea torna a spingere l’acceleratore sullo sviluppo dell’eProcurement. Fallito il primo obiettivo che prevedeva il 50% delle transazioni online entro il 2010 la Commissione ci riprova con un documento strategico che punta a sostenere lo sviluppo degli appalti online grazie anche a interventi di tipo finanziario e a programmi di sviluppo

Pubblicato il 29 Mag 2012

L’Unione Europea torna a spingere l’acceleratore sullo sviluppo dell’eProcurement. Fallito il primo obiettivo che prevedeva il 50% delle transazioni online entro il 2010 (attualmente siamo fra il 5 e il 10%) la Commissione ci riprova con un documento strategico che punta a sostenere lo sviluppo degli appalti online grazie anche a interventi di tipo finanziario e a programmi di sviluppo.

L’altro passaggio consiste nell’individuazione delle migliori pratiche con la pubblicazione, entro la metà del prossimo anno, di una relazione sui risultati ottenuti dalle varie esperienze.

Il monitoraggio sull’attuazione dell’eProcurement e l’implementazione di un’ampia strategia che punterà a informare le parti interessate sono gli altri obiettivi del programma che guarda con attenzione agli enti locali e alla stessa Unione europea.

La UE, infatti, è un importante acquirente di beni e servizi le cui procedure di acquisto entro il 2015 devono traslocare online. L’Unione cercherà inoltre di utilizzare la sua influenza sulla scena internazionale per spingere l’e-procurement in seno all’Organizzazione mondiale del commercio.

Per l’Europa è necessario prevedere di default l’adozione di procedure di appalto per via elettronica per l’amministrazione pubblica e le utility.

Un risparmio fra i 5 e il 20%

Il documento sostiene infatti che l’eProcurement è in grado di fornire una massiccia riduzione compresa tra il 5 e il 20% dei costi degli appalti. Dati sostenuti dalle esperienze realizzate nei diversi Paesi nell’Unione europea, ma anche in Corea del Sud dove il mercato è completamente online. Altri vantaggi dell’utilizzo di forme elettroniche di acquisto comprendono la maggiore partecipazione delle piccole e medie imprese e i benefici ambientali.

I freni allo sviluppo dell’e-procurement

Secondo la Commissione il mancato raggiungimento e l’opposizione da parte delle aziende sono motivati dall’inerzia o mancanza di volontà radicata in molti acquirenti che fanno fatica ad abbandonare l’abitudine dei tradizionali sistemi cartacei, così come alla frammentazione del mercato nei Paesi membri che ha una varietà di sistemi tecnici differenti.

I tempi

Secondo le direttive UE la comunicazione elettronica diventa obbligatoria per le fasi specifiche di procedure di appalto (notifica elettronica delle gare e disponibilità di altri documenti) entro la metà del 2014. Entro la metà del 2016 l’elettronica riguarderà tutte le procedure di appalto, mentre è incoraggiata l’interoperabilità tra i sistemi per affrontare le differenze in campo tecnologico. Le direttive dovrebbero essere approvate dagli Stati membri entro il 2012.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 3