Il quarto capitalismo delle medie imprese internazionalizzate
barcolla, ma resiste. Secondo il rapporto annuale di
Mediobanca-Unioncamere, la media impresa italiana (con
un numero di dipendenti compreso tra 50 e 499 unità e un
fatturato tra 15 e 330 milioni di euro) nonostante le
dimensioni continua ad avere un importante spazio di mercato nei
diversi settori.
Da questo punto di vista si rileva che la dimensione media è di
165 addetti (132 nel 2009) e quest'anno dovrebbe rimanere a
163 dipendenti.
Il confronto con le
grandi imprese
Dal tessile alla meccanica, dall'automotive
all'agroalimentare, fino ad aerospazio e aeronautica le medie
imprese riescono a competere con successo con gruppi di maggiori
dimensioni tanto che il loro margine industriale netto risulta
migliore.
Nel 2000 le medie imprese avevano un margine del 25,5%, quindici
punti in più di quello dei grandi gruppi.
Nel 2009 i punti di differenza sono diventati oltre 28: 19% per
le medie e -9,4% per le grandi. Nel 2010 si sono attestati a
quasi 17: 18,6% per le prime e 1,7% per le seconde.
Tutto questo nonostante una tassazione del 38,2%, sette punti in
più rispetto ai grandi gruppi, e problemi nell’accesso al
credito. Il 72% infatti mostra preoccupazione su questo fronte.
Nuovi investimenti
nel 34% dei casi
La domanda di credito comunque resta forte. Il 51% delle
medie imprese intende richiedere finanziamenti bancari nel primo
semestre del 2012, per gestire le attività ordinarie
(43%) ma anche per realizzare nuovi investimenti (34,2%) o per
implementare quelli già avviati (11,2%).
In particolare, nel 2011 gli investimenti delle medie imprese
italiane si sono concentrate sui macchinari (72,7%), sulla
dotazione informatica (69,2%), su software e servizi informatici
(68,4%). Una tendenza che dovrebbe proseguire anche nel 2012.
Sempre secondo l’indagine, il 42,2% dei medi imprenditori
prevede che quest'anno il fatturato resterà stabile, il
35,3% in sensibile aumento (fino a +15% rispetto al 2011) e il
2,7% in forte incremento (oltre il 15% in più dell'anno
scorso).
Un’iniezione di ottimismo che arriva dopo i buoni risultati
del 2011. Per il 22,2% i ricavi sono rimasti stabili, il 40% ha
registrato sensibili aumenti e il 10,2% una forte crescita.