I distretti hanno resistito al terribile 2011. I dati arrivano
dal 3° Rapporto presentato dalla Federazione dei Distretti
Italiani secondo il quale la quota di aziende
distrettuali che ha segnalato un incremento del fatturato,
rispetto al 2010, è passata dal 34,3% al 39,9% con
risultati migliori rispetto alle aziende manifatturiere collocate
al di fuori di un distretto industriale (37,2%).
Buone performance rispetto alla media generale, ottengono i
distretti della meccanica (42,6%), quelli del Nord Ovest (45,3%),
del Centro (45,5%) e le imprese esportatrici (41,2%).
Parallelamente cresce anche la quota di aziende che nel 2011 ha
dovuto fare i conti con un calo del fatturato (dal 19,3% al 26%).
I problemi riguardano soprattutto le micro imprese. Denunciano un
calo di ordini e sono fortemente indebitate con il sistema
bancario.
Come emerge dal contributo di Intesa Sanpaolo per il 3°
Rapporto, inoltre, se ci si concentra sulla distanza rispetto ai
livelli pre-crisi, si nota come solo il settore
alimentare sia già oltre i valori di fatturato del
2008.
Tutti gli altri settori di specializzazione distrettuale sono
lontani, con punte molto elevate nei distretti del sistema casa
(mobili ed elettrodomestici), penalizzati dalla debolezza del
mercato interno e dalle criticità presenti nel mercato
immobiliare di molti importanti sbocchi commerciali esteri.
Il problema dell’occupazione
L’occupazione, però continua a essere un problema. Tra il
2008 e il 2009 nei territori si sono persi circa 92.000 posti di
lavoro. Sotto questo profilo, come rileva il contributo della
Banca d’Italia per il Rapporto, a partire dal 2007 e per
tre anni consecutivi, il tasso di occupazione rilevato
dall’Istat è calato nei distretti di tutte le aree
geografiche in misura maggiore rispetto alle aree non
distrettuali (il calo e’ stato superiore
all’1% nel Centro-nord e del 3% nel Sud).
La riduzione di addetti ha colpito soprattutto le piccole imprese
(10-49 addetti), dove si concentra il 32% dell’occupazione.
Dall’indagine Unioncamere contenuta nel 3° Rapporto il
quadro del 2011 risulta grave ma con segnali positivi rispetto al
2010. Le aziende che dichiarano di aver ridotto l’organico
sono pari al 25,6% (era il 28% nel 2010) contro il 19% che rileva
un aumento dell’occupazione (12% nel 2010).
Le (grigie) previsioni per il 2012
Ciò che preoccupa particolarmente, però, sono le previsioni per
il 2012: le imprese che immaginano un calo dell’occupazione
sono pari al 25%, contro soltanto il 6% che ne prevede un
aumento. Questi dati risultano ancora più allarmanti
nell’indagine Censis, dove il 43% degli
intervistati prevede una diminuzione degli addetti e soltanto il
2,5% un aumento.
Secondo il rapporto in Italia ci sono 101 distretti nei quali
operano 283 mila aziende, con circa 1,4 milioni di addetti, che
rappresentano il 30% del totale manifatturiero. Di questi, il 38%
coinvolge il settore tessile-abbigliamento, il 22%
l’arredo-casa, il 12% l’agroalimentare, il 26%
l’automazione e la metalmeccanica, il 2% la
cartotecnica-poligrafici e l’1% la cultura.