Come noto, l’Internet of Things (IOT) è un
paradigma di sviluppo tecnologico in base al quale potenzialmente
ogni oggetto della nostra vita quotidiana assume una sua
identità digitale, attraverso la rete Internet.
Alla base dell’IOT vi sono quindi gli oggetti
“intelligenti” (smart object). Non ha senso parlare
di IOT, se gli oggetti non hanno al loro interno un certo livello
di intelligenza. Ma come si struttura questa
intelligenza?
Secondo la School of
Management del Politecnico di Milano, che ha sviluppato
l'Osservatorio Internet of
Things, l’intelligenza degli oggetti si declina lungo
tre direzioni: funzionalità di self-awareness, funzionalità di
interazione con l’ambiente circostante e funzionalità di
elaborazione dati. Vediamole nel dettaglio.
Funzionalità di self-awareness
Questa particolare funzionalità può essere a sua volta vista
lungo tre direzioni:
• Identificazione. L’oggetto deve essere in possesso
di un identificativo digitale univoco, cioè di una funzionalità
di base riconosciuta in tutte le applicazioni IOT
• Localizzazione. Misura la capacità di conoscere la
propria posizione, o in tempo reale (funzione di real time
location) oppure elaborando informazioni di tracciabilità nel
processo produttivo o logistico
• Diagnosi stato. Misura la capacità di monitorare
parametri interni all’oggetto (per comprenderne il corretto
funzionamento e le necessità di assistenza)
Funzionalità di interazione con l’ambiente
circostante
La capacità di interagire con l’ambiente si declina lungo
2 direzioni:
• Acquisizione dati (Sensing e Metering). Le misure di
Sensing indicano le variabili di stato che descrivono il sistema
fisico circostante come ad esempio temperature, pressione,
accelerazione, rumore. Quelle di Metering misurano le variabili
di flusso (consumo di energia elettrica, calore, gas acqua)
• Attuazione. Misura la capacità di eseguire comandi
impartiti da remoto o derivati dall’elaborazione dei dati
in loco.
Funzionalità di elaborazione dati
Rappresenta la capacità di trattare le informazioni, vista su
due livelli:
• Elaborazione base, cioè il trattamento del dato primitivo
raccolto, ad esempio tramite filtraggio, aggregazione algebrica,
conversione, crittografia.
• Elaborazione avanzata, cioè l’analisi di
informazioni dal dato primitivo, ad esempio tramite analisi
statistiche, inferenze, previsioni.
Queste 3 funzionalità rappresentano la base per stimare il
livello di intelligenza di un oggetto che possa definirsi
“smart object”. A ciò si deve aggiungere una quarta
funzionalità, ma che in realtà è una vera e propria
“conditio sine qua non”: la capacità di
connessione, tramite cavo o wireless.