Quello dei gruppi di acquisto (siti tipo Groupon) è un fenomeno fortissimo in Italia, all’interno del mercato e-commerce: utenti e fatturati crescono con gran ritmo, nonostante le polemiche degli ultimi giorni.
Lo rilevano gli osservatori di Netcomm (condotto con Human Highway) e Nielsen, usciti quasi in contemporanea con nuovi numeri. Secondo Netcomm (consorzio del commercio elettronico italiano), il comparto dei gruppi d’acquisto, nato in Italia poco più di due anni fa, impiega oltre mille persone, fattura circa 250 milioni di euro e ha creato un accesso alla rete a oltre 20 mila esercenti. Questi così possono offrire i propri prodotti e servizi agli oltre sette milioni di consumatori iscritti ai diversi gruppi d’acquisto (sono 15 quelli attivi da noi).
Netcomm parla appunto di “accesso alla rete” per sottolineare come i gruppi d’acquisto possono essere un primo passo per le aziende a vendere online. E lo fanno davvero troppo poche, in Italia: appena il 5 per cento. Peggio di noi, solo la Bulgaria, secondo la Commissione europea. Fenomeno confermato da Nielsen: la categoria di siti cresciuta di più, per audience, è quella dei Coupons/Rewards, che include i gruppi di acquisto: passata dai 4,3 milioni del dicembre 2009 agli 8,7 milioni del 2010 fino agli attuali 11,3 milioni di utenti.
Il risparmio c’è, ma spesso inferiore alle promesse
Netcomm sta lavorando a un codice di autoregolamentazione, per i gruppi d’acquisto e altri siti di e-commerce. Obiettivo, spegnere subito le polemiche che certo possono danneggiare un mercato ancora non propriamente maturo. “Stiamo lavorando in stretta collaborazione con le associazioni dei consumatori e con le Istituzioni per verificare i problemi che alcuni consumatori stanno rilevando nel settore dei gruppi d’acquisto”, dice Roberto Liscia, presidente di Netcomm. È di gennaio un’inchiesta di Altroconsumo, su dieci siti di questo tipo: i risultati sono “deludenti”. “ll risparmio per i consumatori c’è, in media del 48% sul prezzo pieno, ma è inferiore a quanto promesso online nel 47% dei casi. In un caso su due i prezzi sono gonfiati nell’offerta per far apparire più roboanti gli sconti con la scelta del coupon”, denuncia l’Associazione.
Il tutto avviene in un contesto ancora di crescita a doppia cifra per il mercato e-commerce (+20 per cento nel 2011, nei fatturati). Nel 2011 sono arrivati a quota 9,8 milioni gli utenti che hanno comprato online. Ancora non basta, però: l’Italia ha una penetrazione dell’e-commerce, sulla popolazione, inferiore alla metà della media europea (UE-27), che già nel 2010 era al 40 per cento. L’obiettivo dell’agenda digitale europea è arrivare al 50 per cento entro il 2020 in tutti i Paesi dell’Unione.