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Osservatorio – Continua la crescita degli investimenti nella Business Intelligence

Le applicazioni di BI rafforzano il proprio ruolo strategico e rappresentano oggi una priorità per i CIO italiani, per il contributo che offrono al miglioramento dei processi decisionali, all’ottimizzazione delle prestazioni, all’incremento dei ricavi e alla riduzione dei costi. Il Rapporto di ricerca 2011 dell’Osservatorio Business Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano evidenzia i principali trend in corso

Pubblicato il 03 Feb 2012

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A dispetto della congiuntura sfavorevole, gli
investimenti in sistemi di business intelligence
nel
corso del biennio 2009-2010 e del primo semestre 2011
sono cresciuti in modo significativo, con
incrementi medi che superano il 7%. È quanto emerge dal Rapporto
di ricerca 2011 dell’Osservatorio Business Intelligence
della School of Management del Politecnico di Milano,
recentemente pubblicato su www.osservatori.net, che si
fonda su una solida base empirica costituita da più di 90
imprese intervistate, che hanno permesso di identificare alcune
best practice e le principali tendenze evolutive in atto.
Dalla ricerca emerge che anche per il futuro le
prospettive di sviluppo si presentano favorevoli
, con
una previsione di crescita superiore all’8% per il prossimo
triennio. Gli investimenti in sistemi di BI continuano a
risultare superiori alla media degli investimenti complessivi in
ICT. Le applicazioni di business intelligence rafforzano il
proprio ruolo strategico e rappresentano una priorità per i CIO,
per il contributo che offrono al miglioramento dei processi
decisionali, all’ottimizzazione delle prestazioni,
all’incremento dei ricavi, alla riduzione dei
costi.
Il vantaggio principale conseguito dai sistemi di
BI riguarda la maggiore efficacia delle decisioni,
seguito dalla rapidità di reazione. Tra i benefici di
natura organizzativa, figurano la visione univoca delle
informazioni e la maggiore condivisione della
conoscenza.
Le barriere che ostacolano l’adozione di sistemi
di BI, invece, sono prevalentemente di natura
organizzativa e culturale. Da un lato, la mancanza di
commitment dei C-level, la mancanza di visione
strategica che concepisca i progetti di BI come attività
che riguardano l’impresa nel suo complesso, la
carenza di comunicazione e collaborazione. Dall’altro,
le resistenze culturali al cambiamento e la carenza di
skills adeguate per poter impiegare gli strumenti di BI, e
segnatamente gli Advanced Analytics, ovvero la
capacità dei knowledge worker di ricercare informazioni e
di tradurle in azioni efficaci.
I nuovi scenari

Si sta rapidamente affermando un nuovo
ambiente competitivo
sotto la spinta convergente
di cinque forze principali: la potenza metodologica
degli Advanced Analytics per ricavare predizioni e
svolgere ottimizzazioni; la diffusione dei social
network con il loro enorme potenziale
informativo
; la crescita di collezioni di big
data contenenti exabyte di dati, in prevalenza non
strutturati; la disponibilità a basso costo di tecnologie
cloud capaci, tra l’altro, di gestire big data su
scala distribuita; la diffusione capillare di device
mobili in grado di accedere ad applicazioni BI in remoto.

Le imprese sono quindi chiamate a raccogliere
questa sfida e a inventare nuovi modi di competere e di
svolgere le proprie attività
, ponendo al centro le
relazioni con i clienti e lasciandosi guidare
dall’analisi della ingente mole di informazioni. Il
tradizionale concetto di warehouse aziendale isolato e
autosufficiente risulta ormai obsoleto. Assistiamo
all’integrazione di più sistemi informativi, che
includono content e knowledge management, data warehouse,
data mart e architetture per la gestione di big data non
strutturati, destinati a trasformarsi in un data warehouse
virtuale a supporto delle analisi di BI e degli advanced
analytics

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