Da diversi anni oramai si parla di tecnologie ICT in sanità,
tanto che è ormai comune l’utilizzo del termine eHealth,
ma quali sono i vantaggi delle applicazioni Internet of Things?
L’interesse riguarda principalmente applicazioni di
telemedicina, soprattutto in relazione a due fenomeni: la
riduzione della spesa sanitaria e l’aumento della
qualità della vita e dell’assistenza, in primis
per malati cronici ed anziani fragili.
Infatti, con l’evolversi dello scenario demografico
mondiale, che vede un invecchiamento atteso della popolazione
nella maggior parte dei Paesi sviluppati, cresce
l’attenzione verso il supporto che le tecnologie ICT e
l’Internet of Things possono offrire nell’aumentare
la permanenza a casa, ridurre i fenomeni di ospedalizzazione
impropria e ritardare il ricorso all’istituzionalizzazione.
Alex Kalache, senior Policy Advisor delle Nazioni Unite, in un
intervento all’AAL (Ambient Assisted Living) Forum tenutosi
a Lecce dal 26 al 28 settembre 2011, ha ribadito come il mondo
stia invecchiando in fretta e le sfide siano enormi.
Ci si aspetta infatti che il numero di ultrasessantenni, nel
2050, sia sei volte l’attuale, con ripercussioni sulla
spesa pubblica sanitaria dovute in larga parte ad una sempre
maggiore richiesta di servizi pubblici di Long Term
Care.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi, in parte
commissionati anche dall’Unione Europea sulle soluzioni di
telemedicina.
Una interessante analisi al riguardo è stata offerta
recentemente da Gartner, che analizza i benefici e il tasso di
adozione di soluzioni di telemedicina in Canada, con particolare
attenzione alla “telehomecare”,
ovvero il monitoraggio di pazienti presso le proprie abitazioni.
Dal punto di vista tecnologico tali applicazioni utilizzano
soluzioni per l’acquisizione automatica di dati, con la
possibilità di inserire alert preimpostati, e la loro
trasmissione e consultazione in remoto.
I benefici della telehomecare
Le informazioni raccolte vengono poi elaborate e utilizzate da
medici e operatori sanitari per pianificare le visite
domiciliari, modificare la terapia o programmare interventi.
Tra i principali benefici individuati vi sono la
pervasività dell’assistenza offerta, soprattutto
in un territorio caratterizzato da ampie zone rurali come quello
canadese, la tempestività delle cure in caso di
emergenza/urgenza, il risparmio legato ad una
migliore pianificazione del giro visite, e
l’aumento della qualità della cure, grazie alla
disponibilità di dati continuamente aggiornati.
Le barriere all’adozione
A fronte di tali vantaggi vi sono, tuttavia, ancora
diverse barriere all’adozione, legate soprattutto
alla chiara attribuzione (e quantificazione) di costi e benefici,
alla necessità di gestire dati sensibili, con le conseguenti
preoccupazioni in termini di privacy e data sharing, e al peso
della componente etica/normativa in un ambito sensibile quale la
Sanità.
In particolare, quando si fa riferimento a soluzioni di
telemonitoraggio, emergono ulteriori problematiche legate ad
aspetti tecnologici quali l’affidabilità e la
tempestività della rilevazione/trasmissione del dato e la
mancanza di un adeguato grado di interoperabilità tra device
diversi oppure tra device e sistemi informativi esistenti (es.
fascicolo sanitario elettronico).
In tal senso emerge quindi come le modalità di acquisizione del
dato, l’integrazione di diversi sensori per tipologia e
funzionamento, la varietà dell’informazione stessa e
l’esigenza di flessibilità ed interoperabilità dei
sistemi siano gli elementi catalizzatori di un’evoluzione
in ottica Internet of Things.