L’Energy Efficiency Report recentemente pubblicato
(www.energystrategy.it)
affronta il tema dell’efficienza energetica in Italia
concentrandosi sugli edifici sia residenziali che non
residenziali (uffici, scuole ed università, ospedali,
alberghi e ristoranti, edifici della Grande Distribuzione
Organizzata ed edifici industriali) – cui spetta la
maggioranza “relativa” (36%) del totale dei consumi
energetici nel nostro Paese. Con un certo grado di
originalità, poi, in questo Rapporto il concetto di efficienza
energetica viene utilizzato sia per indicare quelle
soluzioni tecnologiche (ad esempio di
illuminazione o di isolamento di pareti e coperture degli
edifici) la cui adozione riduce l’impiego di
energia (termica o elettrica) necessaria per conseguire
il medesimo obiettivo (ad esempio, assicurare un dato livello di
riscaldamento o l’illuminazione di un edificio),
sia quelle che hanno come finalità la produzione in loco
di energia in sostituzione dell’approvvigionamento
“tradizionale” (ossia fotovoltaico, eolico,
biomasse e solare termico).
Per ogni tipologia di soluzione di efficienza energetica e per le
diverse categorie di edifici si sono identificate e descritte le
principali alternative tecnologiche disponibili a livello
commerciale. Per ognuna di esse è stata quindi
analizzata la convenienza economica, sia nel
caso di adozione della tecnologia di efficienza energetica in
edifici esistenti, sia nel caso di nuove realizzazioni. Il
calcolo è effettuato sia in assenza di incentivi, sia
considerando l’impatto dei sistemi di incentivazione
applicabili caso a caso. Così facendo, la nostra analisi ci
permette di simulare due momenti decisionali
differenti, ma ugualmente importanti per la diffusione
delle soluzioni di efficienza energetica in building residenziali
e non, ossia il caso in cui si vuole capire se conviene
intervenire per migliorare le prestazioni energetiche di un
edificio esistente, e quello in cui si desidera capire se
orientarsi, in sede di progettazione, verso una
soluzione tradizionale, ma meno costosa, piuttosto che
una tecnologia altamente efficiente, ma che normalmente comporta
un investimento maggiore.
In sostanza, il Rapporto coglie l’ambizioso obiettivo di
rendere direttamente confrontabili fra di loro le diverse
soluzioni per l’efficientamento energetico degli edifici e
di comprendere le eventuali reali necessità di incentivazione.
Le conclusioni delle nostre analisi sono piuttosto interessanti,
giacchè permettono di distinguere le tecnologie in tre
categorie:
-
le tecnologie per cui la convenienza
“assoluta” (ovvero senza alcuna
incentivazione) si ha già oggi in qualsiasi contesto
di adozione. Fra queste spiccano le tecnologie per
l’illuminazione, che si accompagnano in questa categoria
alle soluzioni per il fabbisogno termico degli edifici: le
caldaie a condensazione, le pompe di calore, i sistemi di
isolamento delle coperture e del suolo e, forse un po’
sorprendentemente, le caldaie a biomassa, evidentemente
“premiate” dal rendimento energetico che è più
elevato per le fonti termiche rispetto a quelle elettriche. Per
tutte queste tecnologie, anche in assenza di forme di
incentivazione, sussiste una convenienza “assoluta”
nell’effettuare l’investimento che varia dal punto
percentuale delle caldaie a biomassa al caso limite
dell’illuminazione per i nuovi edifici (-106%); -
le tecnologie che risultano convenienti soltanto se
adottate congiuntamente alla realizzazione di un nuovo
edificio. Rientrano in questa categoria, andando a
ritroso da quelle più convenienti, le soluzioni di building
automation (che consentono di risparmiare quasi il 50% del
costo dell’energia rispetto alla soluzione
“tradizionale”), gli elettrodomestici del freddo e
le chiusure vetrate; -
le tecnologie per cui, indipendentemente dal contesto
di riferimento, non vi è la convenienza “assoluta”
dell’investimento. In questa categoria rientrano
le restanti tecnologie di generazione energetica da fonti
rinnovabili e le soluzioni di efficienza energetica relative
agli elettrodomestici del lavaggio. In particolare per questi
ultimi il costo di investimento e gestione delle soluzioni
energeticamente più efficienti è abbondantemente oltre il
doppio rispetto all’effetto di risparmio
sull’acquisto di energia, precisamente il 350% per gli
edifici esistenti e il 141% per quelli di nuova realizzazione.
Per completezza vanno inserite in questa categoria (anche se
riferite ovviamente solo agli edifici esistenti) le soluzioni
per l’efficienza energetica relative all’adozione
del cappotto e isolamento delle pareti, che sono prossime alla
soglia di convenienza assoluta, ed anzi proprio per questo,
aiutate da un sistema di incentivazione quale quello della
detrazione IRPEF al 55%, rappresentano le tecnologie di questa
categoria ad aver dato sino ad ora il maggior contributo (4,32
TWh termici) in termini di riduzione dei consumi.
Le opportunità per le imprese italiane saranno presentate nel
corso dell’evento “Laboratori ICT e
Energia”, in programma a Roma il 30 novembre 2011
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