Il mercato italiano della Business Intelligence non sembra
risentire della crisi ma anzi si prevede che chiuderà
il 2010 con una crescita del 7% sullo scorso anno,
registrando un aumento degli investimenti mediamente superiore
di quelli in sistemi ICT. I sistemi di BI , dunque, rimangono
una priorità per i CIO e sono riconosciuti a
livello trasversale come strumenti con forte impatto
sull’ottimizzazione delle prestazioni, l’incremento
dei ricavi e la riduzione dei costi.
Questi i risultati della ricerca 2010
dell’Osservatorio Business Intelligence della
School of Management del Politecnico di Milano, che
quest’anno ha ampliato le proprie analisi relative ai
principali settori della produzione e dei servizi –
inclusi Banking Finance, Pharma Sanità e GDO – per
comprendere le specificità relative a ciascuno di essi ed
operare confronti incrociati.
Dalla ricerca emerge come, affinchè i progetti di Business
Intelligence siano concreti e portino alla realizzazione di
risultati positivi, è necessario che siano il frutto di una
vision condivisa a livello aziendale, e quindi
concepiti come un’attività che deve riguardare
l’azienda nella sua interezza e non singole funzioni o,
caso limite, la sola funzione ICT. È inoltre fondamentale che
il management comprenda fino in fondo l’importanza e le
potenzialità di questi strumenti, considerando questo tipo di
progetti come una risorsa di importanza
strategica.
Un accento particolare deve inoltre essere posto
all’accuratezza dei dati, che, affinchè lo strumento si
riveli efficace, devono essere completi, consistenti ed
attuali. A questo proposito da segnalare che le
software house prevedono in maniera crescente
l’integrazione delle proprie applicazioni con fonti di
dati non strutturati – come per esempio mail,
messaggi da forum, social network, file multimediali, fatture e
reclami – che si è calcolato costituiscano oggi circa
l’85% dei dati utilizzati dalle aziende.
A livello di settori è il Bancario quello che
maggiormente investe in soluzioni di BI, principalmente per
attività strategiche come portfolio performance management,
valutazione di compliance e gestione del rischio. Seguono le
aziende del comparto farmaceutico, che a
fronte di investimenti più modesti utilizzano questi strumenti
per attività di business performance management, analisi di
marketing e vendite e ricerca clinica. A seguire le
aziende della GDO, che utilizzano queste
applicazioni per valutare la redditività dei prodotti,
analizzare il comportamento d’acquisto dei consumatori,
prevedere il ROI delle campagne promozionali e ottimizzare i
processi logistici dei propri magazzini.