Focus

Ricerca World Trade Magazine. Cinque trend da non sottovalutare per una gestione ottimale della Supply Chain globale

  La gestione della Supply Chain globale rappresenta una importante sfida per i manager. Se, da un lato, fa sembrare il mondo molto più piccolo,…

Pubblicato il 01 Ott 2010

focus-154343-120906154353

La gestione della Supply Chain globale rappresenta una
importante sfida per i manager. Se, da un lato, fa sembrare il
mondo molto più piccolo, dall’altro può confondere
anche i manager più astuti, a causa del dinamismo, della
lunghezza e della vulnerabilità dei processi logistici. Il
World Trade Magazine ha chiesto a cinque
esperti di Supply Chain Management dell’MIT di Boston,
della Ross School of Business, e dell’università Georgia
Tech quali sono i cinque trend da non sottovalutare nella
gestione delle Supply Chain globali.

  • Tecnologie in outsourcing (Software as a
    Service)
    – I servizi logistici in outsourcing hanno
    giocato un ruolo di primo piano nell’ottimizzazione
    della Supply Chain negli ultimi anni e l’infrastruttura
    informatica delle imprese si è adeguata a tale nuova
    struttura organizzativa, cedendo progressivamente in
    outsourcing anche le applicazioni per la gestione di molte
    attività come, ad esempio, i software di Fleet Management.
  • Integrazione IT – Consistenti miglioramenti
    nella gestione del rischio di Supply Chain e
    nell’efficienza dei processi logistici possono essere
    conseguiti attraverso l’integrazione tra il parco
    applicativo aziendale e la raccolta dati sul campo in tempo
    reale. Le imprese già raccolgono un’enorme quantità
    di dati dai loro mezzi in movimento, dagli stabilimenti, dal
    proprio magazzino, dai clienti e dai fornitori.
    L’utilizzo di questi dati in tempo reale può
    migliorare l’efficacia delle decisioni del management a
    beneficio di un maggior controllo della Supply Chain e sono
    la risposta per affrontare il sempre attuale “problema
    del commesso viaggiatore”.
  • Scegliere i giusti partner (clienti e
    fornitori)
    – La recessione ha spinto molti fornitori
    di servizi logistici a cercare la giusta dimensione per la
    propria organizzazione, evitando di acquisire risorse per
    coprire il fabbisogno di clienti poco solidi finanziariamente
    e che non garantiscono un volume di spedizioni sostenibile
    nel tempo. Sembra quindi venire meno la prassi secondo la
    quale “ogni cliente è un buon cliente”.
  • Centri distributivi come ancora di salvezza per le
    PMI
    – Per aiutare le PMI ad accedere a nuovi mercati
    geografici è fondamentale incentivare la creazione di centri
    distributivi all’estero. Le PMI, infatti, spesso hanno
    ottimi prodotti da esportare, ma incontrano difficoltà a
    penetrare mercati distanti dal punto di vista geografico e
    diversi culturalmente a causa delle proprie limitate risorse.
    Aggregare localmente la domanda attraverso centri
    distributivi può aiutare le PMI a gestire in modo più
    semplice gli aspetti logistici, di marketing e finanziari
    connessi alle esportazioni.
  • Near sourcing – Le decisioni che coinvolgono
    la Supply Chain dovrebbero venire giudicate anche sulla base
    del ROI atteso. È il caso, ad esempio, della scelta di
    aprire nuovi stabilimenti in Cina per produrre grazie a un
    costo del lavoro inferiore. Nel prendere tale decisione
    bisogna considerare la distanza della Cina dai mercati di
    riferimento e la variabilità delle condizioni
    socio-economiche. In alcuni casi, l’extracosto
    logistico potrebbe avere un impatto significativo sul
    ROI
    di tale investimento portando, ad esempio, a
    dover incrementare le scorte di materie prime a causa del
    significativo tempo impiegato per spedire i materiali in
    loco, oppure ad una maggiore sensibilità della Supply Chain
    alle oscillazioni del prezzo dei carburanti e del lavoro.
    Molte aziende cercano di localizzare oggigiorno i propri
    impianti in aree favorevoli per il costo del lavoro e
    geograficamente vicine ai mercati di sbocco come nel caso
    dell’Est Europa.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati