cerca in rete informazioni sulla salute. Lo ha affermato il 13
maggio Maria Concetta Vaccaro, responsabile del settore welfare
del Censis, al convegno “La conciliazione, un'alleanza
rinnovata tra medico e cittadino”, organizzato dalla
Fondazione Previasme onlus e promosso da Assomedico, con la
collaborazione di Fimmg (Federazione italiana medici di
famiglia). Secondo alcuni dati del Monitor biomedico 2009 –
un’indagine sullo stato dei rapporti medico-paziente
– il medico non rappresenta più la sola autorevole voce in
tema di salute, ma i pazienti diventano sempre più
spesso “medici” di se stessi.
Ma qual è lo strumento che ha reso più autonomi i pazienti
nella cura delle proprie patologie? Internet, ovviamente!
Ad oggi il 12% degli italiani – percentuale che sale al
22 tra i cittadini laureati – controlla le diagnosi e le
cure sul web e sempre il 12% (23,7% dei laureati)
discute con il proprio medico i risultati emersi dalle ricerche
in rete. Infine il 4,7% (8,9% dei laureati) addirittura
contesta al proprio medico l'esattezza della
diagnosi e delle terapie sulla base di quanto ha letto
su internet.
Secondo quanto affermato dalla Dott.ssa Vaccaro: «Il medico
è percepito come un esecutore tecnico di un sapere complesso di
cui però non ha più l'esclusiva. Se c'è un errore è
attribuito alla fallibilità del professionista e non della
scienza medica. E questo aumenta l'intolleranza e pregiudica
il rapporto medico-paziente».