prevalentemente legate alla resistenza al cambiamento dei manager
aziendali: è questo in estrema sintesi il messaggio principale
che emerge dalla ricerca sulla fatturazione elettronica della
School of Management del Politecnico di Milano, i cui risultati
sono pubblicati nel Rapporto “Fare Sistema: il vero motore
della Fatturazione elettronica” e presentati in un convegno
lo scorso 13 maggio. Da un’analisi approfondita del tema
emerge un mondo complesso in cui è possibile identificare almeno
tre classi di modelli di adozione. La prima è quella dei modelli
di conservazione sostitutiva, ossia la dematerializzazione a
norma di legge degli archivi delle fatture. La seconda è
rappresentata dai modelli di fatturazione elettronica vera e
propria, con fatture che vengono create, trasmesse e conservate
in solo formato elettronico. La terza classe, infine, allarga il
dominio di analisi all’integrazione e dematerializzazione
del ciclo ordine-pagamento: l’intero processo
logistico-commerciale e amministrativo-finanziario – dalla
creazione dell’ordine alla chiusura del ciclo dei pagamenti
e delle annesse riconciliazioni – sono integrati e
digitalizzati.
Le evidenze più forti e originali della ricerca derivano dalla
stima della redditività dei progetti. Il tempo di Payback
risulta generalmente inferiore all’anno per tutti i
paradigmi, il Valore Attualizzato Netto dell’investimento
è praticamente sempre positivo nei 10 anni, con valori che
variano dalle decine di migliaia di euro per i paradigmi a
copertura limitata del ciclo ordine-pagamento in aziende con
limitata attività amministrativa a diverse decine di milioni di
euro per progetti di più piena integrazione e
dematerializzazione in aziende ad elevata attività
amministrativa.
A fronte di questi incoraggianti dati, qual è il grado di
adozione di queste soluzioni in Italia? La fatturazione
elettronica, nelle sue varie accezioni, è ancora un fenomeno
poco diffuso che riguarda meno di un’azienda su dieci,
considerando le soluzioni più elementari, e meno di una azienda
su trenta, se consideriamo solo le soluzioni più integrate. Vi
sono due “cluster” principali di applicazioni: da un
lato il mondo EDI – storicamente focalizzato sullo scambio
elettronico dei documenti del ciclo logistico-commerciale –
che cerca di integrarsi e recepire le logiche della fatturazione
elettronica e dall’altro lato il mondo delle più recenti
applicazioni di conservazione sostitutiva, in forte crescita, che
fa fatica però a recepire le logiche dell’integrazione di
processo. Sono purtroppo pochissimi gli esempi di modelli di
fatturazione elettronica “maturi”, ossia improntati
alle logiche di integrazione sopra citate e quindi capaci di
cogliere appieno il valore.