INNOVATION MANAGEMENT

BNL, l’innovazione è cloud: condivisa ma monitorata

Un budget di 3 miliardi in tre anni per gli investimenti tecnologici supporta una strategia generale di generazione di idee sia all’interno che open, orchestrata da una società di business intelligence del gruppo «che scansiona tutti gli spunti di modernizzazione nei settori in cui operiamo, dal finance al real estate alla mobilità», spiega Gianandrea Bertello, Responsabile Marketing Divisione Corporate di BNL Gruppo BNP Paribas

Pubblicato il 22 Gen 2018

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«Già nel 2013 – ci spiega Gianandrea Bertello, Responsabile Marketing Divisione Corporate di BNL Gruppo BNP Paribas abbiamo creato Hello Bank, il primo esempio italiano di banca 100% digitale, con un portale unico a livello pan-europeo. Più di recente, lo scorso settembre, siamo stati i primi in Italia a ospitare sui nostri server una transazione Blockchain, realizzata dalla casa editrice modenese Panini verso una consociata tedesca».

L’innovazione generata internamente all’organizzazione (inbound) è sempre stata percepita come un elemento di valore in BNL. «Quel che è cambiato, negli ultimi tempi, è che stiamo abbracciando anche l’Open Innovation», spiega il manager. L’azienda organizza e gestisce diversi hackathon sia a livello di gruppo che di singole country, per selezionare le startup in grado di supportare i progetti di modernizzazione. Partecipa, poi, attivamente ad alcuni incubatori tecnologici, come l’italiano Magic Wand o il francese Station F, un polo di aggregazione che promuove l’ammodernamento in vari settori, dal banking al beauty.

Il tutto nell’ambito di una strategia corporate battezzata “We Are Innovation”. «Al nostro interno, sono fondamentali le attività di scouting sui nuovi filoni di innovazione, che conduciamo attraverso un sistema di Business Intelligence globale gestito da una società del Gruppo BNP Paribas chiamata L’Atelier, una sorta di “sentinella” che scansiona e rileva tutti i possibili spunti di modernizzazione che hanno ricadute sui settori nei quali operiamo, dal finance al real estate alla mobilità (attraverso Arval, società del Gruppo BNP Paribas – ndr)». Le direttive strategiche dell’innovazione sono quelle previste dal piano industriale “2020”, che prevede investimenti in tecnologia di tutto rispetto: circa 3 miliardi di euro spalmati sul triennio.

L’innovazione è bimodale

«Ci sono in genere due modelli attraverso cui gestire l’innovazione nelle aziende  – prosegue Bertello –. Il primo prevede di concentrare tutti gli sforzi

all’interno di una funzione che riporta direttamente al top management, che contempli sia personale tecnico che uomini “di business”. I vantaggi sono il forte focus sull’innovazione e le sinergie che si creano a livello di competenze. Il limite è che si può generare uno scollamento tra le richieste del mercato e la risposta dell’azienda, perché bisogna essere sicuri che il mercato sia pronto a recepire le innovazioni».

Per favorire ciò è nato il secondo approccio, e cioè calare l’innovazione nel quotidiano, all’interno delle direzioni e delle linee di business, per ancorarla da subito alle esigenze del mercato». Anche questo modello, però, pone delle sfide, spiega Bertello. «Chi si occupa di “fare business” sovente è impegnato a ottimizzare il “presente”, non avendo la libertà mentale per sviluppare intuizioni tipiche dell’innovatore, adottando il pensiero laterale, fuori dagli schemi, per cui i progetti finiscono per essere incrementali. L’altra sfida è mettere a fattor comune esperienze e competenze legate all’innovazione». In BNP Paribas convivono entrambi gli approcci, spiega il manager, che puntualizza come al momento in Italia la scelta privilegiata sia quella di un’innovazione condivisa, non accorpata, ma attentamente monitorata. I vari step dei progetti innovativi più strategici, quelli previsti dal piano industriale, vengono riesaminati periodicamente, dai comitati del top management di BNL e BNP Paribas.

Condividere di più per innovare meglio

Diverse le metodologie in uso per stimolare lo sviluppo delle nuove idee e accorciare i tempi dei processi innovativi. Agile e Design Thinking sono impiegati su larga scala, come anche strumenti che misurino la soddisfazione del mercato rispetto a un’innovazione introdotta. E a chi gli chiede quale sia la ricetta per un’innovazione di successo, Bertello risponde che «il network ha un valore immenso. L’innovazione è poco gerarchica e burocratica… è molto cloud. Le organizzazioni troppo spesso hanno paura di perdere il controllo sull’innovazione e finiscono per renderla un patrimonio esclusivo di poche persone. Il mio consiglio, invece, è di fare rete, sia all’interno delle aziende che all’esterno, alimentando la condivisione delle competenze, perché solo così si generano idee e si ottimizzano le iniziative».

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