innovation management

Dai tappi alla realtà aumentata: l’innovazione che non ti aspetti da Pelliconi

Trasformazione digitale, espansione internazionale e sviluppo di nuovi business che fanno leva sulle competenze di eccellenza e sulle relazioni con clienti e fornitori. Queste le direttrici della strategia di crescita del gruppo bolognese, multinazionale “tascabile” leader nel settore beverage con circa 600 dipendenti e impianti produttivi in tutto il mondo. Ne parliamo con l’Innovation Manager Matteo Mingardi

Pubblicato il 09 Gen 2018

tappo-pelliconi-180109103426

Specializzata nella produzione di chiusure in metallo e plastica per il mondo del food & beverage, Pelliconi è un bell’esempio di multinazionale italiana tascabile, con una strategia di crescita ambiziosa che corre su due binari paralleli: l’internazionalizzazione e l’innovazione. Dalla fondazione (a Bologna nel 1939) ad oggi, Pelliconi è stata sempre diretta con una visione ben precisa: trasformare una commodity in un bene distintivo che identificasse e distinguesse il suo cliente.

Grazie alla visione lungimirante dell’AD Marco Checchi, Pelliconi ha vissuto negli ultimi 10 anni una forte espansione, arrivando ad una capacità produttiva di 30 miliardi di capsule all’anno (vendute a clienti del calibro di Nestlé, Carlsberg, Heineken, ABInBev e molti altri big del settore), un organico che ormai supera i 600 dipendenti e cinque stabilimenti nel mondo (erano 2 nel 2007). Dal 2008, dopo l’apertura in Egitto è stato avviato lo stabilimento negli Stati Uniti, poi quello in Cina, per terminare, pochi mesi fa, con l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della Oriental Containers Ltd in Indiam, che porterà i dipendenti a 1700 circa, e il fatturato da 130 a circa 200 milioni di euro.

Innovazione interna e nuove opportunità di business

Nella visione globale del business si inserisce un approccio deciso all’innovazione, considerata da Pelliconi una leva determinante per prepararsi al futuro in un mondo che si sta rapidamente trasformando. Così nel 2016, a Bologna viene creato un nuovo Dipartimento Innovazione, collocato, non a caso, a circa 200 metri di distanza dal quartier generale e affidato all’Innovation Manager Matteo Mingardi, che ha portato in azienda la propria esperienza maturata nel mondo della consulenza e dell’automotive.

Il mandato di Mingardi è duplice. Da un lato innovare processi, prodotti e materiali, ovvero lavorare come Ricerca e Sviluppo interna all’ecosistema della Corporate, valutando tutte le tecnologie disponibili sul mercato e la loro implementazione, in collaborazione con le altre funzioni aziendali. Dall’altro, individuare nuove opportunità e modelli di business, facendo leva sulle competenze e relazioni del Gruppo, fornitori e clienti, alzando lo sguardo oltre i confini del mercato attuale e creando risultati tangibili che hanno impatti immediati sul business.

«Il tappo corona, che è il nostro prodotto più noto, ha una storia di successo lunga quasi 100 anni, ma i business cambiano e il digitale sta trasformando i mercati: dobbiamo prepararci a mettere in discussione processi e attività consolidate», spiega Mingardi. «Parte del mio mandato è individuare startup e nuovi modelli di business, valutando opportunità per diversificare l’attività».

La piattaforma digitale DAPP

La prima idea è già pronta: con il supporto di una software house specializzata, Pelliconi ha sviluppato una piattaforma digitale (DAPP) che permette di “leggere” con il cellulare un “marker”, che può essere situato sia sulla superficie interna che esterna della chiusura, abilitando così diversi servizi basati sulle tecnologie digitali – realtà aumentata in primis – dando la possibilità ai nostri clienti di veicolare ai consumatori qualsiasi tipo di contenuto multimediale (canzoni, filmati, animazioni 3D, giochi), di analizzare i dati (DAPP Analytics) derivanti dalle attività promozionali e di consumo, oltre alla tracciabilità e tanto altro ancora.

«Nel 2018 diventeremo una NewCo separata dall’azienda principale» specifica Mingardi «con l’obiettivo di diventare un riferimento per la digital transformation del mondo beverage. Avremo così una nuova identità, che permetterà di proporre ai nostri clienti un prodotto a forte valore aggiunto, spingendo l’evoluzione del tappo che è una commodity».

DAPP è stata lanciata a settembre in occasione del Drinktec di Monaco, la più importante fiera del settore beverage, con un ottimo riscontro. «Esiste una versione end user, che permette di attivare la realtà aumentata, ideale per il consumer engagement attraverso promozioni e giochi. E poi esiste anche una versione aziendale, ad esempio per la configurazione di macchine, tracking dell’ordine e analisi dei dati. La stiamo proponendo alle direzioni Marketing e Supply Chain. Cina e Africa sono il nostro primo target», specifica il manager.

20 progetti in cantiere

Sempre nell’ottica di diversificare l’offerta, il team di Mingardi sta lavorando su altri ambiti sinergici con il core business di Pelliconi. «Abbiamo 20 progetti in cantiere. Ogni 3 mesi presentiamo le iniziative al board. Puntiamo sulle nostre competenze distintive in ambito meccanico, chimico, e nei processi di beverage e siamo molto esposti verso l’esterno, in ottica open innovation: puntiamo a creare partnership, in ambito tecnico e commerciale, con fornitori e clienti. Creare un networking di relazioni durature è fondamentale anche se richiede tempo. Per questo per la Newco sono importantissime competenze di gestione e project management».

L’altra anima dell’innovazione, come citato, è quella che guarda all’interno del Gruppo, che significa scouting di metodologie, materiali e tecnologie per efficientare i processi, e per essere più competitvi. Qualche esempio? «Tecnologie al plasma per migliorare l’ancoraggio delle vernici, nuovi inchiostri food approved che permettono di eliminare forni, nuove plastiche per la guarnizione, la componente che sigilla e garantisce le performance di tenuta del tappo: è molto importante, basti pensare che deve resistere a 10 bar di pressione. E stiamo abbracciando l’Industria 4.0: in una produzione così energivora e su questi volumi si possono fare ottimizzazioni importanti», conclude il manager.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 3