ESG

Green Retail: come cambiano modelli di business e decisioni d’acquisto nella Circular Economy



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Consumatori sempre più attenti all’ambiente stanno orientando le proprie preferenze verso scelte responsabili e consapevoli. Per rispondere a queste nuove esigenze, le imprese ripensano modelli commerciali e approcci di marketing, puntando su innovazione, Corporate Social Responsibility e nuovi percorsi circolari che guardano al futuro di pratiche sostenibili

Pubblicato il 11 apr 2025



Green Retail

Il mondo del retail sta vivendo una profonda evoluzione, trainata da una crescente sensibilità verso la sostenibilità, ambientale e sociale. E sempre più si fa spazio il concetto di “Green Retail”. Se fino a qualche anno fa il tema era appannaggio di pochi consumatori consapevoli e di nicchie specifiche, oggi il fenomeno sta rapidamente crescendo e modificando radicalmente i modelli di business, le strategie aziendali e le decisioni d’acquisto.

Secondo lo studio condotto da BearingPoint, società internazionale di consulenza manageriale e tecnologica, la sostenibilità rappresenta ormai una priorità fondamentale, inserita stabilmente nelle agende strategiche delle aziende. Il retail, in particolare, è chiamato a un cambiamento significativo, soprattutto considerando il suo tradizionale forte impatto ambientale.

Sostenibilità e impatto ambientale nel settore moda

Come sottolineato da Gianluca Sacchi, Consumer Goods & Retail Lead di BearingPoint: «Chiaramente il retail non fa eccezione e, in particolare, penso al settore della moda, il quale ha iniziato a riconoscere la necessità di adottare pratiche più sostenibili»​. Un dato emblematico: l’industria del fashion da sola è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di gas serra. Questo fenomeno si accompagna ad un altro aspetto critico, ovvero l’utilizzo limitato dei capi di abbigliamento, spesso indossati meno di cinquanta volte prima di essere scartati.

I consumatori italiani in prima linea per il Green Retail

La buona notizia arriva dalla rapida crescita dell’attenzione ambientale tra gli italiani che, stando ai dati che emergono dall’analisi, sono tra i consumatori europei più sensibili e consapevoli: tre su quattro considerano i criteri di sostenibilità come elemento distintivo nelle decisioni d’acquisto, percentuale superiore del 10% rispetto alla media europea. Non meno importante è il dato sulla fiducia verso le azioni sostenibili adottate dai brand, che raggiunge il 72% tra gli italiani. «La competitività e il tema della Brand Reputation vengono considerati elementi essenziali nell’intraprendere pratiche sostenibili», ha aggiunto Sacchi​.

Seconda mano e pratiche responsabili: l’Italia guida il cambiamento

Questa sensibilità si riflette nei comportamenti d’acquisto e presenta nuove sfide per il settore retail. «Un europeo su quattro e un italiano su cinque oggi stanno limitando o addirittura eliminando l’acquisto di prodotti nuovi – ha puntualizzato Nicolò Masserano, Sourcing&Procurement & Sustainability Lead di BearingPoint. Questo dato può apparire sconfortante, ma in realtà apre opportunità significative per nuovi modelli di business»​.

Questa riluttanza verso l’acquisto di nuovi prodotti è evidente soprattutto nei settori della pelletteria e calzature, fai-da-te, giardinaggio e animali domestici. Allo stesso tempo, cresce rapidamente il mercato dell’usato: ben il 66% degli italiani acquista attivamente articoli di seconda mano, percentuale superiore alla media europea, e il 62% rivende articoli usati.

L’ascesa di nuovi modelli di business circolari, che spaziano dalla rivendita al ricondizionamento, dalle riparazioni alle donazioni, dimostra che il consumatore è ormai protagonista attivo del cambiamento verso il Green Retail. Le riparazioni in particolare vedono l’Italia primeggiare in Europa con l’86% dei clienti coinvolti. Il tema delle donazioni è ugualmente significativo, con l’87% degli italiani che preferisce regalare a parenti e amici gli oggetti che non utilizza più, evitando sprechi.

D’altro canto, Nicolò Masserano evidenzia come non tutte le pratiche sostenibili abbiano trovato terreno fertile: «Se la circolarità basata sull’usato convince sempre di più, il noleggio invece stenta ancora a decollare in Italia e in Europa, con addirittura un 42% degli intervistati italiani che non considera nemmeno lontanamente questa tipologia di azione»​.

Nonostante le opportunità, le aziende si trovano di fronte a uno scenario normativo ancora incerto, con pacchetti regolamentari in continua evoluzione, come il pacchetto Omnibus. «Purtroppo, molte aziende tendono ancora a muoversi esclusivamente in ottica compliance. Ma chi avrà il coraggio di sfruttare in maniera proattiva la sostenibilità, creando nuovi flussi di revenue, avrà sicuramente un vantaggio concreto sui concorrenti»​, ha concluso Masserano.

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