In un periodo storico in cui qualsiasi informazione è letteralmente “a portata di clic”, comprendere il concetto di Search Intent è fondamentale per chiunque desideri essere trovato e farsi notare nel mare magnum dei contenuti online.
La chiave è capire il vero significato dietro le parole che l’utente digita nella barra vuota del motore di ricerca, trasformando una semplice query in una connessione autentica e rilevante con in brand.
Cosa vuole sapere veramente il signor Rossi quando scrive “pasta alla gricia”? La ricetta originale, se è facile o difficile farla, quali ingredienti occorrono per eseguire il piatto, quante calorie ha? Tutte domande sottointese, perché chi ha compiuto la ricerca non le ha espresse direttamente e non ha chiarito in modo preciso per “cosa” sta ricercando le informazioni che fanno riferimento alla query impostata.
Cos’è il Search Intent o intenzione di ricerca
Il Search Intent, detto anche intento di ricerca o intenzione di ricerca, è il motivo reale, spesso non dichiarato esplicitamente, che spinge un utente a digitare una determinata query su un motore di ricerca come Google, Bing o Yahoo.
Comprenderlo è fondamentale per ottimizzare i contenuti web e migliorare il posizionamento SEO (Search Engine Optimization), in modo da centrare l’obiettivo di comparire in cima ai risultati che escono nella cosiddetta SERP (Search Engine Result Page), la pagina di risposta. Questo permette di avere maggiori chance di essere visitati e contattati, migliorando il traffico organico e l’affluenza al proprio sito e con esso le views e altri KPI chiave come i download.
Cos’è una query di ricerca
Prima di approfondire il tema del Search Intent, è bene chiarire cosa si intende per query di ricerca. In pratica, si tratta delle parole o delle frasi che un utente online digita all’interno del motore di ricerca, con l’obiettivo di ottenere dei risultati pertinenti alle proprie necessità e dubbi.
La query può essere formata da una singola keyword oppure da una combinazione di parole chiave, spesso formulata sotto forma di domanda del tipo “Qual è il miglior smartphone nel 2025?”.
Attraverso l’analisi delle query di ricerca è possibile comprendere quali sono le tematiche rilevanti per il nostro pubblico target, quali sono le domande più frequenti e a quali prodotti e servizi sono collegate.
Google e la sua SERP, in particolare, hanno ormai raggiunto livelli di sofisticatezza tali che l’intenzione di ricerca è tra gli elementi principali che il suo complesso algoritmo interno valuta per riorganizzare le informazioni rilevanti e restituire i migliori risultati all’utente ipotizzando le sue esigenze più profonde, anche se inespresse.
Intento di ricerca e query: le 4 tipologie di Search Intent
Similmente a quanto avviene nel Customer Journey – il percorso che il cliente intraprende dal momento in cui si informa e fa ricerche su un prodotto fino a quando finalizza l’acquisto -, l’intenzione di ricerca può essere paragonata a un “viaggio” scandito da diverse tappe. O, meglio, a un imbuto (funnel, in inglese), che rappresenta al meglio la capacità che un certo contenuto online ha di catturare, instradare e canalizzare (distillandola progressivamente sulla base degli obiettivi della ricerca sul web), l’attenzione degli utenti, facendoli atterrare (non a caso di parla di Landing Page) sul proprio sito e spingendoli a convertire, quindi a fornire i propri dati, iscriversi a un servizio, chiedere di essere ricontattati o acquistare.
Le principali tipologie di Search Intent sono 4. Vediamole più in dettaglio.
Intento informativo (Informational Intent)
L’Informational Intent si riferisce alla ricerca di dettagli, dati e informazioni rilevanti su un tema. Gli utenti cercano risposte chiare a domande piuttosto generiche oppure si aspettano di trovare tutorial, approfondimenti e altri contenuti che rispondano a bisogni di conoscenza di base.
In questa fase, l’utente è all’inizio del percorso d’acquisto e ha quindi necessità di ampliare la propria conoscenza di un certo fenomeno, prodotto o servizio, pur non avendo maturato ancora una predisposizione chiara all’acquisto.
Esempi di query informative:
- “Come migliorare la qualità del sonno”
- “Come fare il pane in casa”
- “Cos’è un business plan”
Le pagine ideali per posizionarsi bene rispetto a queste query comprendono articoli blog (blog post), guide passo-passo, video esplicativi e infografiche.
Questi contenuti devono essere ottimizzati in modo da fornire informazioni complete, autorevoli e facilmente navigabili, e strutturati in modo da agevolare la comprensione anche da parte di un utente poco esperto della materia.
Google, nella sua SERP, tende a proporre risultati in evidenza (Featured Snippet), sezioni del tipo “Domande frequenti” (FAQ, Frenquently Asked Questions), così come schede informative (Knowledge Panel) che rispondono specificatamente a questi scopi.
Intento di navigazione (Navigational Intent)
Si verifica quando l’utente desidera approdare a una destinazione specifica (sito web) e utilizza il motore di ricerca per raggiungerlo. Solitamente, l’utente conosce già il sito o il marchio da visitare e usa Google come mezzo di navigazione in quanto non conosce la Url precisa della pagina di destinazione. Questo scopo è particolarmente rilevante per brand noti, poiché una corretta ottimizzazione SEO delle pagine web assicura che gli utenti possano trovare facilmente il sito aziendale.
Esempi di query navigazionali:
- “Lavazza”
- “Netflix Italia”
- “Fiat”
Il Navigational Intent è cruciale ai fini della Brand Loyalty, in quando indica un legame preesistente con il brand o il sito cercato. Ottimizzare le pagine web per queste query è piuttosto semplice: basta assicurarsi che la homepage e le pagine chiave del sito contengano il nome del brand, attraverso un uso corretto dei meta tag (quelle porzioni di linguaggio HTML che forniscono le informazioni sul sito web) e utilizzare i sitelink (i link alle pagine interne, o link interni) per migliorare la User Experience, cercando di trattenere l’utente il più possibile sulle proprie properties.
Intento di consapevolezza (Awareness Intent)
L’Awareness Intent (o intento investigativo-commerciale) si posiziona in una fase intermedia tra la ricerca di base su un certo argomento o soluzione e l’acquisto vero e proprio. In questo caso, l’utente vuole raccogliere informazioni utili a prendere una decisione d’acquisto e, quindi, si attiva con la ricerca online per comprendere meglio le opzioni disponibili, confrontare i prezzi e leggere recensioni sulle diverse alternative.
L’utente con intento commerciale è potenzialmente più vicino alla conversione, quindi all’acquisto, ma ha bisogno di contenuti che guidino il suo processo decisionale. Solitamente apprezza le pagine di confronto tra diversi prodotti, le liste tipo “Top 10” o “I migliori…”, ma anche le recensioni e i contenuti che presentano chiaramente i pro e i contro di diversi prodotti o servizi.
Esempi di query investigativo-commerciali:
- “Recensione Nespresso Vertuo”
- “Migliori impastatrici 2025”
- “Confronto tra Netflix e Paramount”
Per soddisfare questo intento di ricerca, è utile creare contenuti ottimizzati che rispondano ai bisogni di valutazione. Pagine di confronto, recensioni dettagliate e guide all’acquisto, con una particolare enfasi sugli aspetti dell’autorevolezza, serietà e trasparenza, visto che l’utente sta cercando di prendere una decisione informata.
Intento commerciale (Transactional Intent)
L’intento transazionale è tipico degli utenti pronti a convertire, quindi a compiere un’azione specifica come effettuare un acquisto o iscriversi a un servizio. Si trovano, dunque, al termine del percorso d’acquisto, avendo già superato le fasi di esplorazione e comparazione ed essendosi orientati verso una specifica soluzione, prodotto o servizio. Le query transazionali sono quindi orientate alla finalizzazione dell’acquisto e generalmente includono termini come “codice sconto”, “coupon”, “offerta su XY” o, ancora, “compra” e “ordina”, seguiti dalle specifiche relative a determinati modelli o versioni di un prodotto.
Esempi di query transazionale:
- “Biglietto concerto Negramaro”
- “Acquista Samsung S25”
- “Coupon Amazon”
Le pagine ottimizzate SEO che permettono di rispondere meglio a questo intento di ricerca sono Landing Page progettate in ottica di conversione, con Call to Action (CTA) ben definite, chiare, con un design intuitivo.
Per massimizzare la conversione, è fondamentale includere recensioni e descrizioni dettagliate del prodotto o servizio, le diverse opzioni disponibili e, soprattutto, evidenziare eventuali sconti e offerte.
Come capire qual è l’intenzione di ricerca dietro una query
Identificare correttamente l’intenzione di ricerca aiuta a creare contenuti sempre pertinenti, migliorando il posizionamento nella SERP dei motori di ricerca.
Ecco alcuni passaggi chiave per identificare il Search Intent a partire dall’analisi delle query:
1. Analisi delle parole chiave: studiare le parole chiave utilizzate nella query permette di identificare facilmente la fase del funnel di ricerca in cui si trova l’utente. Termini come “perché”, “migliori” e “come” possono indicare ricerche informative, mentre termini come “acquista”, “prezzo” oppure “sconto” possono suggerire intenzioni transazionali.
2. Contesto della query: valutare il contesto della query è altrettanto importante. Per esempio, “recensioni di smartphone” suggerisce un’intenzione informativa o investigativa, mentre “acquisto smartphone online” indica una chiara intenzione transazionale.
3. Analisi del contenuto dei risultati: osservare i risultati di ricerca per la query permette di aggiustare facilmente il tiro. Gli snippet e i contenuti come articoli, liste di prodotti e video demo possono fornire indicazioni precise rispetto all’intento di ricerca.
4. Utilizzo di dati comportamentali: i dati di click e interazione permettono di capire quali risultati soddisfano meglio la query.
5. Feedback degli utenti: la raccolta delle opinioni degli utenti permette di capire se i risultati forniti soddisfano le loro aspettative.
6. Tecniche di Machine Learning: l’applicazione di algoritmi di apprendimento automatico ai dati storici delle query permette di prevedere l’intenzione di ricerca.
Benefici del comprendere le intenzioni di ricerca
Comprendere a fondo le intenzioni di ricerca che si nascondono dietro le parole chiave e integrarle correttamente nelle strategie di SEO e Content Marketing permette di aumentare significativamente l’efficacia delle tecniche di Lead Generation, a vantaggio delle performance di vendita e della Brand Awareness.
Esistono diversi vantaggi direttamente correlati alla capacità di comprendere il Search Intent. Questi i tre principali:
- Miglioramento del traffico qualificato: attraverso una corretta comprensione del Search Intent è possibile attrarre utenti che sono veramente interessati ai contenuti o ai prodotti offerti.
- Ottimizzazione SEO: la scelta accurata delle parole chiave basate sull’intenzione di ricerca aiuta a migliorare la visibilità sui motori di ricerca e a posizionare meglio il sito web.
- Miglioramento della User Experience: i contenuti che rispondono chiaramente alle intenzioni di ricerca aumentano il coinvolgimento e la soddisfazione degli utenti.
Search Intent e parole chiave: keyword generiche vs keyword long tail
L’intento di ricerca può variare in base alla lunghezza e alla specificità delle keyword utilizzate dagli utenti. In quest’ottica, la distinzione principale è quella tra parole chiave generiche e long tail (di coda lunga), che hanno caratteristiche e intenti ben diversi.
Keyword generiche e intento di ricerca
Le query generiche sono composte da una o poche parole e tendono a essere più ampie e meno specifiche rispetto a quelle di coda lunga. In genere, hanno un alto volume di ricerca ma una concorrenza elevata e un intento meno definito.
Nello specchietto, alcuni esempi di query generiche con il relativo intento di ricerca.
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Come ottimizzare un sito rispetto alle query generiche:
- Creare contenuti informativi che coprano un ampio spettro di argomenti legati alla parola chiave.
- Strutturare la pagina con sezioni dettagliate e link interni verso approfondimenti specifici.
- Utilizzare i pillar content: creare un articolo principale che copra l’argomento in modo ampio e collegarlo (ancorarlo) a contenuti più specifici sullo stesso argomento
Keyword di coda lunga e intento di ricerca
Le long tail keyword sono più lunghe e specifiche, spesso composte da 3 o più parole. Hanno un volume di ricerca più basso, ma convertono meglio perché rispondono a un’esigenza precisa.
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Come ottimizzare un sito rispetto alle keyword di coda lunga:
- Creare contenuti specifici e dettagliati che rispondano in modo diretto alla ricerca.
- Utilizzare un linguaggio naturale e risposte a domande dirette (es. FAQ).
- Strutturare i titoli e i sottotitoli in modo chiaro, includendo la query nelle intestazioni H1 e H2.
- Sfruttare la SEO semantica, quindi creare contenuti focalizzati su un argomento e non su una keyword, per coprire al meglio la query senza dover ripetere in modo forzato la parola chiave (il cosiddetto Keyword Stuffing), cosa questa che andrebbe a detrimento della fruibilità del contenuto.
Quando puntare su keyword generiche e quando su parole chiave di coda lunga
Volendo razionalizzare al massimo, le keyword generiche sono utili per intercettare un pubblico ampio e posizionarsi su tematiche generali, ma richiedono una strategia di Content Marketing ben strutturata, con contenuti pubblicati con una certa frequenza e costantemente aggiornati.
Le long tail keyword sono, invece, la scelta ideale per attirare traffico qualificato con un intento ben definito e risultano la scelta ideale per le strategie di conversione e per presidiare specifiche nicchie di mercato.
Un mix equilibrato di entrambe le tattiche aiuta a ottenere la massima visibilità sia per le ricerche ampie sia per le esigenze più specifiche.
Search Intent e ottimizzazione SEO: le 5 regole d’oro per posizionarsi in cima alla SERP
L’intento di ricerca è collegato alla SEO Optimization, ovvero all’ottimizzazione di siti web e blog per i motori di ricerca, in diversi modi.
Volendo semplificare al massimo, esistono 5 elementi a cui fare attenzione. Vediamoli più in dettaglio.
Scelta delle parole chiave
Identificare le parole chiave pertinenti che corrispondono alla Search Intent del pubblico target è essenziale. Una Keyword Research ben concepita ed eseguita è, dunque, il punto di partenza.
Creazione di contenuti
Una volta che identificate le parola chiave, si passa alla creazione di contenuti mirati che rispondano alle esigenze degli utenti. I contenuti dovrebbero essere informativi, pertinenti e utili rispetto all’intento di ricerca.
Struttura del contenuto
L’organizzazione del contenuto gioca un ruolo importante nell’ottimizzazione SEO. I contenuti dovrebbero essere ben strutturati, con titoli e paragrafi che guidino l’utente attraverso le informazioni in modo chiaro e logico. Utilizzare elenchi puntati, sottotitoli, paragrafi e mappe concettuali permetterà di rendere il contenuto più comprensibile.
Meta descrizioni e titoli
Le meta descrizioni e i titoli delle pagine sono spesso i primi elementi che gli utenti vedono nei risultati di ricerca, una sorta di “biglietto da visita” del sito web che influenza in modo diretto il Click-through Rate (CTR). Ecco perché devono essere accattivanti, ma senza scadere nel clickbait.
Link building
La creazione di contenuti “a corollario” di quello principale, di alta qualità e pertinenti per il Search Intent, permette di aumentare la possibilità di ottenere link da siti autorevoli. I link di qualità sono un fattore importante per il posizionamento nei motori di ricerca.
L’intenzione di ricerca nelle SERP ibride
Le SERP ibride rappresentano un’evoluzione rilevante nella presentazione dei risultati dei motori di ricerca. Queste pagine combinano, infatti, risultati organici, annunci a pagamento, contenuti multimediali e altri elementi come box informativi e risposte dirette, con l’obiettivo di soddisfare ancora meglio l’intento di ricerca degli utenti.
Alcuni componenti chiave delle SERP ibride includono:
- Risultati organici: le pagine web classificate in base all’algoritmo del Search Engine.
- Annunci a pagamento (Ads): mostrati sopra o sotto i risultati organici.
- Snippet in primo piano (Featured Snippet): risposte dirette alle query informative.
- Pannelli informativi (Knowledge Graph o Knowlege Panel): box con informazioni dettagliate su persone, cose, luoghi, eventi, concetti, argomenti di nicchia o di interesse pubblico, classificati in “entità”.
- Risultati video e immagini: per query legate a tutorial, recensioni o intrattenimento.
- Sezione “Le persone hanno chiesto anche”: suggerimenti basati su domande correlate alla ricerca dell’utente.
Le intenzioni di ricerca possono essere tenute in considerazione per migliorare i risultati che compaiono nelle SERP ibride per intervenire in particolare su tre ambiti:
- Ottimizzazione SEO dei contenuti: creazione di contenuti pertinenti per ciascuna tipologia di intento, migliorando la possibilità di apparire nei risultati organici o nei Featured Snippet.
- Strutturazione delle pagine web: utilizzo di dati strutturati, ovvero meta informazioni inserite nel codice HTML di una pagina, che includono nei risultati delle ricerche elementi come il logo di un’azienda, l’indirizzo o le pagine social, per migliorare la visibilità nei risultati avanzati.
- Bilanciamento tra SEO e PPC (Pay-per-Click): le strategie che combinano ottimizzazione del traffico organico e annunci a pagamento possono aiutare a massimizzare la visibilità soprattutto per le query transazionali.
Come sta cambiando il Search Intent
Il concetto di intento di ricerca cambia ed evolve continuamente, per adattarsi al variare degli interessi e delle abitudini degli utenti e ai progressi compiuti dalla tecnologia digitale.
Alcuni cambiamenti significativi che stanno interessando il Search Intent riguardano la possibilità di ricercare attraverso contenuti multimediali, come immagini e video, sfruttando la potenza degli algoritmi di intelligenza artificiale.
Le funzionalità di Google Lens, per esempio, sono disponibili gratuitamente online e permettono di scattare una foto o fare un video, caricarlo nella barra e avviare la ricerca desiderata. Questo significa che anche la componente visuale e multimediale dei siti web deve essere ottimizzata in ottica SEO, facendo attenzione a riportare le parole chiave e le keyword correlate più rilevanti nei nomi dei file audio/video e nelle relative descrizioni.
Oggi che la maggior parte delle ricerche viene realizzata attraverso dispositivi mobili, anche la geolocalizzazione acquista sempre maggior importanza, soprattutto ai fini dell’intento di ricerca geografico. Questo vale in particolar modo per hotel, ristoranti, musei, punti vendita… Gli utenti cercano spesso informazioni localizzate e questo inevitabilmente influenza l’interpretazione del Search Intent.
Un cambiamento rilevante, poi, riguarda la ricerca semantica, con i motori di ricerca che impiegano in modo massiccio algoritmi che permettono di interpretare il significato implicito delle query di ricerca anziché cercare una corrispondenza letterale delle parole chiave come avveniva in passato. Questo aiuta gli utenti a individuare i contenuti corretti anche senza conoscere le esatte parole chiave da usare nella ricerca.
Altri cambiamenti significativi che riguardano il Search Intent sono quelli che legati alle funzionalità di ricerca vocale. Gli assistenti virtuali come Alexa, Google Assistant, Cortana e Siri si diffondono nelle case degli italiani, con il risultato che le query di ricerca diventano sempre più conversazionali. L’elaborazione e corretta comprensione del linguaggio naturale è, dunque, ormai imprescindibile nelle strategie di ottimizzazione della SEO.
Google Search Generative Experience (SGE), l’AI a servizio dell’intento di ricerca
La SGE rappresenta una recente innovazione di Google, che ha integrato l’Intelligenza Artificiale (AI) nei risultati di ricerca, per offrire agli utenti risposte più complete e dettagliate rispetto ai loro intenti.
Tradizionalmente, le ricerche su Google si basano sulle parole chiave, restituendo risultati a volte considerati un po’ troppo generici. Con l’avvento dell’AI Generativa, Google è ora in grado di comprendere meglio le intenzioni degli utenti, fornendo risposte sempre più pertinenti e personalizzate.
La SGE introduce in SERP uno snippet simile ai cosiddetti “risultati zero”, quelli che vengono visualizzati senza che l’utente debba cliccare su titolo o URL della pagina da cui viene estratta la risposta visualizzata.
Lo snippet in questione contiene informazioni discorsive, generate dall’AI combinando i contenuti provenienti da diverse fonti considerate come autorevoli, e include link alle fonti e suggerimenti per approfondire i temi correlati. In questo modo si riduce la necessità per l’utente di cliccare su più link o digitare nuove query per trovare le informazioni desiderate.
Ottimizzare la visibilità dei propri contenuti all’interno delle risposte fornite dalla SGE richiede una strategia di Keyword Optimization ben congegnata ed eseguita. Le query degli utenti potrebbero, infatti, diventare sempre più lunghe, complesse e specifiche in futuro. Sempre più simili a veri e propri prompt utilizzati con strumenti come ChatGPT. Adattarsi a questa tendenza è essenziale per mantenere e migliorare la visibilità nei risultati di ricerca.
Gli strumenti per analizzare l’intento di ricerca
Per individuare il Search Intent, è fondamentale fare un lavoro preventivo sull’identificazione delle chiavi di ricerca più diffuse, così da identificare le principali fonti del traffico utenti. In quest’ottica, il Keyword Planner di Google AdWords si rivela particolarmente utile.
Una buona analisi della SERP è possibile anche attraverso semplici plugin “free” per i principali browser web, come Keyword Surfer, o servizi gratuiti come Keyword Tool, Google Search Console, Google Trends e Goggle Suggest, che durante la digitazione mostrano le keyword attinenti a quella inserita e le ricerche correlate.
Altri strumenti aziendali (a pagamento) per analizzare il Search Intent sono Hubspot, Adobe Marketo, Semrush, SeoZoom, Site Guru e Uber Suggest.