«Un SAP user group italiano può fare fronte comune e ottenere risultati su criticità e problemi generali sui quali un’azienda utente italiana da sola non riesce a farsi ascoltare da un grande software vendor come SAP. E poi può avere un ruolo importante nel divulgare le nuove soluzioni e quelle già disponibili ma poco conosciute. SAP sta introducendo tecnologie di trasformazione digitale molto spinte – in-memory, Internet of Things, Industria 4.0, Artificial Intelligence -, sta diventando una piattaforma molto ampia e complessa in cui l’ERP è solo un componente, e uno user group può essere un aiuto prezioso nel gestire questa complessità».
Così Giuseppe Marconi, ICT Manager di GIV, Gruppo Italiano Vini, spiega il salto di qualità con cui il Gups (Gruppo Utenti e Prospect SAP), di cui è presidente, circa un anno fa si è trasformato da gruppo di lavoro Aused in associazione autonoma, pur restando nell’alveo di Aused per gli aspetti organizzativi.
Dopo questo passaggio il Gups – unico SAP user group italiano riconosciuto dal vendor tedesco – è stato ammesso nel Sugen, il network che raggruppa gli User Group SAP nel mondo. E circa un mese fa una delegazione con Marconi, Laura Rubini (Digital Transformation Projects Advisor in Italcementi e co-fondatrice Gups) e Andrea Provini (CIO di Bracco e Presidente Aused) ha partecipato al meeting che il Sugen tiene ogni sei mesi a Walldorf, quartier generale di SAP, per discutere dei temi più “caldi” nella comunità degli utenti SAP.
«Far parte del Sugen è una grande opportunità. Questi eventi sono una miniera di informazioni pratiche che in Italia non hanno equivalenti – spiega Marconi -. Abbiamo potuto “toccare con mano” il futuro delle tecnologie SAP, la vision, e ci siamo sentiti parte di una rete di 21 user group di tutto il mondo, che ha discusso con i top manager SAP i temi più attuali per migliaia di utenti, tra cui licenze indirette (Indirect Access), localizzazioni e formazione».
Indirect Access, confronto in corso dopo il caso Diageo
L’Indirect Access in particolare è un tema caldissimo, riesploso recentemente dopo la sentenza di un tribunale inglese, favorevole a SAP contro il suo cliente Diageo, colosso inglese del beverage (qui la sentenza commentata dallo User Group inglese). La disputa riguarda applicazioni non SAP (per esempio un portale web di immissione ordini, o una soluzione di business intelligence sui trend delle vendite) che interrogano dati o innescano transazioni in SAP, e che vengono fruite da utenti non contrattualizzati come licenze SAP (“named user”).
SAP reclama un ritorno anche per questi usi indiretti, che con il boom del Cloud e dell’eCommerce, e la crescente integrazione degli applicativi nei sistemi informativi aziendali – favorita per altro da SAP che sta aprendo le sue soluzioni attraverso standard – sono sempre più frequenti e diffusi. Ma il loro costo potenziale può essere tale da influire sulla decisione se fare un investimento o no.
«C’è un forte dibattito, gli user group chiedono una quantificazione chiara e inequivocabile di questi costi. È interesse di tutti risolvere in fretta la questione», spiega Marconi. Se infatti gli utenti rischiano di usare soluzioni senza riconoscerne le proprietà intellettuali, SAP secondo alcuni fa richieste eccessive per questi accessi, e non è abbastanza chiara su di essi al momento di convincere i clienti ad adottare nuove soluzioni.
«Le posizioni sono contrapposte. L’azienda utente dice “il dato è mio e posso fruirne come voglio”. SAP dice “ne fruisci usando la mia tecnologia, e devi riconoscermi un canone d’uso”. Occorre trovare un punto di sintesi condiviso e chiaro. È positivo che SAP abbia accettato di parlare di una condivisione delle metriche di valutazione degli usi indiretti: c’è una discussione in corso tra user group e top manager di SAP, fa riferimento a user case concreti, e prevede approfondimenti ulteriori su alcuni punti. Intanto sono già emerse indicazioni importanti che condivideremo con gli utenti Gups. Ogni user group ne discuterà e concorderemo una linea comune che il Sugen terrà nel confronto con SAP».
Quanto alle localizzazioni, continua Marconi, «SAP si adatta a qualsiasi scenario di business in qualsiasi nazione, assicurando la conformità alle leggi locali. Ogni tanto però in alcuni paesi si registrano ritardi negli adeguamenti. Anche qui lo user group serve per far fronte comune, e chiedere in questo caso a SAP di accelerare le modifiche. E anche a fare presente il problema all’eventuale ente vigilante sull’applicazione della nuova legge, magari negoziando uno slittamento dei tempi: in Francia è già successo».
«Formazione anche su tool già disponibili, ma poco noti»
Il terzo tema è la formazione, «fondamentale per allineare aziende e utenti finali rispetto ai più recenti sviluppi SAP – spiega Laura Rubini -, ma anche per aumentare la conoscenza di quello che c’è già: soluzioni, servizi, funzionalità, preconfigurazioni, best practice di cui si sa poco. Per esempio c’è tutta una serie di tool SAP (come la piattaforma di Influencing), molto utili e gratuiti ma poco noti e utilizzati in Italia. Anche in questo caso lo user group è essenziale: molti comprano SAP perché è lo standard, senza approfondire più di tanto, molti non hanno tempo e risorse per studiare tutto, altri conoscono solo alcune componenti senza avere la visione d’insieme».
Inoltre il Gups ha notato un gap generazionale negli specialisti SAP su cui vuole impegnarsi in modo particolare. «Abbiamo un laboratorio congiunto con la LIUC di Castellanza, dove SAP offre le tecnologie dal suo data center di Monaco, e noi i nostri CIO che in aula ne spiegano le applicazioni pratiche. E poi ci è venuta l’idea di fare il Gups Next Generation con gli studenti: è importante far capire fin dall’università l’importanza di far parte di uno user group per accrescere il proprio know-how su una piattaforma molto diffusa ma complessa. Questa idea è piaciuta nel Sugen, altri user group intendono riprodurla nei rispettivi paesi».
La diffusione di informazioni è la principale attività del Gups, anche attraverso un calendario annuo di convegni e seminari. «Il più recente è stato su Industry 4.0, hanno partecipato SAP, system integrator, accademici e imprese utenti, con una quarantina di presenze e feedback molto positivi – sottolinea Marconi -. A settembre ce ne sarà un altro, abbiamo diversi temi molto attuali da trattare, per esempio la declinazione di procurement di Industria 4.0, l’integrazione tra ERP e altri applicativi, le applicazioni da costruire su Hana, e Leonardo (la nuova piattaforma IoT di SAP, ndr), cruciale anche per i suoi risvolti di Big Data, mobility e interfacciamento con i sistemi industriali di fabbrica».
«Un bacino potenziale immediato di quasi 200 aziende utenti»
Quanto al rapporto con SAP, spiega Marconi, «siamo soggetti diversi con obiettivi diversi a cui conviene collaborare. Il Gups non ha legami economici o finanziari con SAP – agli incontri di Walldorf per esempio ci andiamo a spese nostre – e SAP tiene all’indipendenza degli user group. Per loro il punto di vista di uno user group su una nuova soluzione può essere un contributo formidabile: passaggi storici come Hana o Leonardo non si possono spiegare solo in termini di tecnologie e offerte commerciali. È un rapporto che si sta intensificando, in cui ci aspettiamo condivisione, informazioni e anche visibilità e coinvolgimento nelle loro iniziative in Italia: in cambio possiamo offrire feedback, osservazioni, e anche critiche, e validare “sul campo” strategie d’offerta e sviluppi in laboratorio, rappresentando un bacino potenziale immediato di quasi 200 aziende utenti».
«Delle oltre 120 aziende socie Aused, infatti, almeno 80 usano SAP e i loro dipendenti possono essere automaticamente soci Gups». Poi c’è la quota («circa la metà») dei 200 simpatizzanti Aused (non associati che partecipano regolarmente alle attività) che è utente SAP. «Infine, essendo uno user group, il Gups non si rivolge solo ad aziende utenti, come fa Aused, ma è aperto a qualsiasi componente individuale dell’ecosistema SAP: liberi professionisti specialisti di SAP, studenti, system integrator, università – la LIUC per esempio è nel board del Gups con un suo docente», conclude Rubini. «L’obiettivo è lavorare, con SAP e per conto nostro, per far crescere di molto questi numeri. C’è un vasto target potenziale per i nostri servizi, che siamo attivamente pubblicizzando: vogliamo coinvolgere aziende che non si sono mai avvicinate a un’associazione utenti, oltre che singoli professionisti».