Reportage

SAP Sapphire 2024, il CEO Klein: «La nostra AI Generativa un ecosistema aperto che accelera i percorsi di innovazione in azienda»



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Dal palco dell’evento europeo della casa tedesca il Chief Executive Officer delinea un futuro per le Business Application basato sulla progressiva standardizzazione dei processi e sostenuto da architetture Cloud only. Fino all’85% dei task potrà essere automatizzato

Pubblicato il 19 giu 2024



SAP Sapphire 2024

Dal SAP Sapphire 2024 di Barcellona arrivano importanti novità per i clienti della casa tedesca. L’evento, che ha richiamato nel capoluogo catalano decine di migliaia di utenti e partner SAP dell’emisfero orientale, si svolge a pochi giorni di distanza dall’equivalente americano che si è tenuto a Orlando, Florida.

Sul palco i top manager dell’azienda hanno delineato gli scenari di evoluzione delle applicazioni di business, tra vincoli architetturali da superare, agilità e scalabilità che ormai sono diventate imprescindibili per competere negli scenari complessi che viviamo e soprattutto tanta, tanta, tanta automazione intelligente.

Il messaggio che campeggia sui monitor degli spazi della fiera è “bring out your best”, che suona più o meno come “tirate fuori il vostro meglio”. Un’esortazione per le aziende ad abbandonare la propria zona di comfort e abbracciare con fiducia il cambiamento, l’innovazione. In particolare, quella legata a tutta la ventata di automazione che l’AI Generativa porta in dote e su cui il CEO dell’azienda, Christian Klein, invita tutti a “lasciarsi andare”, superando la sperimentazione confinata a pochi ambiti applicativi per sposare, invece, un utilizzo su larga scala, in tutti i processi.

Modernizzare le architetture rappresenta, quindi, un requisito indispensabile. «Sappiamo che molti nostri clienti hanno investito nell’on premise – ha puntualizzato Klein – ma c’è una sola destinazione finale per i loro sistemi IT ed è il Cloud, l’unico modo per portare in azienda tutta l’innovazione disponibile».

Who's Who

Christian Klein

Chief Executive Officer, SAP

Christian Klein

Lo sa bene Kone, come ha testimoniato sul palco del SAP Sapphire 2024 il suo CIO, Ashish Agrawal. Il percorso di migrazione a RISE with SAP è stato più celere del previsto grazie all’utilizzo degli strumenti di Business Transformation Management della casa di Walldorf e al presidio puntuale dei diversi aspetti organizzativi – trasformazione dei modelli di leadership, forte sponsorship da parte del top management, una gestione del cambiamento efficace e il focus sull’empowerment degli utenti. Il risultato per Kone, oggi, è una Supply Chain più reattiva e resiliente e la miglior governance sugli elementi di discontinuità che possono compromettere gli approvvigionamenti ha anche permesso di rafforzare la relazione con i clienti della multinazionale finlandese.

SAP Sapphire 2024: spazio ad architetture più dinamiche e scalabili

A riprova dell’intenzione di supportare in modo concreto l’evoluzione delle aziende verso architetture più agili, scalabili e resilienti, il vendor tedesco sta investendo in modo consistente nell’area del Business Transformation Management (BTM): un approccio pervasivo, che permette di definire gli standard per il successo della trasformazione digitale nei diversi ambiti organizzativi, supportato da software specifici. Due quelli più importanti per SAP: il primo è una piattaforma (Signavio) che supporta l’evoluzione e l’ottimizzazione dei processi aziendali; il secondo è una soluzione (LeanXI) che aiuta le aziende ad applicare approcci data-driven alla transizione verso architetture IT più moderne, velocizzando la conquista degli obiettivi di business.

«Si tratta di strumenti ormai indispensabili in azienda – ha spiegato nel corso di un’intervista il General Manager di SAP Signavio e SAP LeanIX, Rouven Morato –, che aiutano l’organizzazione a orientarsi tra le pieghe di una trasformazione digitale sempre più complessa, che richiede di lavorare contemporaneamente su più fronti come la resilienza, l’agilità, la sostenibilità del business. La mancanza di una visione complessiva sui requisiti tecnici di applicazioni e sistemi IT, sui vincoli organizzativi e di budget, causa spesso ritardi ed extra costi e un approccio di questo tipo può sicuramente aiutare».

Who's Who

Rouven Morato

General Manager SAP Signavio e SAP LeanIX

Rouven Morato

Una digitalizzazione human centered

Durante SAP Sapphire 2024, la casa di Walldorf ha anche annunciato di aver formalizzato un’offerta per l’acquisto dello specialista di soluzioni di Digital Adoption WalkMe. La sua tecnologia permette di anticipare e risolvere molte delle sfide organizzative che impattano sull’esito delle iniziative di trasformazione digitale.

«La piattaforma WalkMe – ha sottolineato Morato – facilita i percorsi di auto-apprendimento digitale garantendo un supporto attivo agli utenti attraverso una User Experience chiara, semplice e personalizzabile. Il software in questione permette di capire come i singoli utenti usano le applicazioni e come intervenire per “aggiustare il tiro” allineando esigenze IT e di business. L’integrazione di WalkMe con Signavio, LeanXI e il copilota di AI Generativa SAP Joule assicura una visibilità granulare e trasparente sulle dimensioni chiave della trasformazione digitale, ovvero processi, applicazioni, persone e dati. L’accesso a insight immediatamente azionabili e raccomandazioni efficaci permette di definire e mettere a terra percorsi di trasformazione digitale realmente human centered, quindi plasmati sulle persone e le loro esigenze». E di percorsi di innovazione in chiave digital si parla molto a SAP Sapphire 2024.

«Il nostro modello di business sta cambiando profondamente – ha spiegato Klein –. Non siamo più da tempo il punto di riferimento per l’ERP ma vogliamo diventare il partner d’elezione per l’innovazione in azienda». Un’innovazione che fa sempre più rima con automazione. «Oggi sentiamo parlare da più parti di AI Generativa ma c’è una differenza sostanziale a mio avviso nel nostro approccio rispetto a quello dei concorrenti. Noi non cavalchiamo l’hype tecnologico ma ci focalizziamo sull’infusione della GenAI nei processi di business», ha precisato il manager durante il keynote di apertura.

L’AI Generativa? Un ecosistema aperto

Un campo, quello dell’AI Generativa «che sta evolvendo rapidamente, tanto che è impensabile fare tutto da soli – ha evidenziato Klein –. Per i clienti è fondamentale sapere di poter beneficiare di un approccio agnostico, che assicura la massima libertà di scelta non solo oggi ma anche in futuro. Ed ecco perché abbiamo progettato il nostro modello di GenAI come un ecosistema aperto in cui gli LLM proprietari come Amazon Antropic, Microsoft Copilot, Google Gemini, ChatGPT 4, Mistral AI, oppure gli Hyperscaler e i modelli linguistici Open Source possono coesistere con SAP Joule, per creare soluzioni personalizzate e garantire una gestione ancora più intuitiva e ottimizzata delle applicazioni di business».

Grazie a questa integrazione fluida del meglio che il mercato può offrire, i clienti SAP potranno accelerare l’adozione dell’AI Generativa supportando la modernizzazione dei processi chiave «con il vantaggio aggiuntivo – ha tenuto a sottolineare Jesper Schleimann, EMEA Head Business AI di SAP – che queste innovazioni potranno essere utilizzate nell’ambito di casi d’uso ottimizzati tenendo conto del contesto in cui operano e si muovono le aziende. Una cinquantina quelli già disponibili, che diventeranno un centinaio entro fine anno. Sì perché è proprio questo che ci differenzia rispetto ai modelli generalisti: la conoscenza profonda dei processi e dei flussi di lavoro, che assicura ai nostri clienti quella pertinenza dei risultati che è la condizione indispensabile per capitalizzare rapidamente i benefici dell’AI Generativa».

Who's Who

Jesper Schleimann

EMEA Head Business AI, SAP

Jesper Schleimann

Il valore della conoscenza diffusa

La scelta di campo del team di sviluppatori della software house è stata di optare per un modello RAG (Retrieval-Augmented Generation) di ottimizzazione dell’output dei grandi modelli linguistici. Questo permette di ridurre al minimo le attività di training sui dati del cliente, in linea con i principi di AI etica sposati da SAP, e migliora sensibilmente la qualità dei risultati perché «prima di generare una risposta, l’algoritmo fa sempre riferimento a una base di conoscenza autorevole, anche al di fuori delle fonti dati con cui è stato addestrato. La RAG estende di fatto le capacità degli LLM alla knowledge base interna di un’organizzazione o a domini specifici, per far sì che l’output sia sempre più utile, accurato e pertinente», ha spiegato Schleimann.

Nell’ambito della strategia che mira a infondere progressivamente la GenAI in tutta l’offerta SAP, l’azienda ha presentato lo scorso autunno le prime soluzioni SAP SuccessFactors con Joule, il copilota di AI Generativa proprietario che ora è stato integrato anche in SAP S/4HANA Cloud, SAP Build e SAP Integration Suite.

«Entro fine anno – ha assicurato Muhammad Alam, Membro dell’Executive Board e Product Engineering di SAP – è prevista invece l’estensione a SAP Ariba e SAP Analytics Cloud. L’integrazione bidirezionale con Microsoft Copilot permetterà di offrire agli utenti un’esperienza unificata e integrata in modo fluido nei workflow, consentendo un accesso continuo alle informazioni che si generano nelle interazioni tra le applicazioni aziendali gestite in SAP e gli ambienti di produttività Microsoft 365».

Who's Who

Muhammad Alam

Membro Executive Board e Product Engineering, SAP

Muhammad Alam

L’Application Platform della casa di Walldorf diventerà quindi un «ambiente integrato– ha proseguito Alam – in cui i processi saranno, a tendere, il più possibile standardizzati e automatizzati. Sulla base delle nostre stime potremo arrivare a gestire tramite Joule l’80-85% dei task più diffusi. L’operatore umano potrà quindi concentrarsi totalmente sui compiti particolarmente critici e sfidanti, che al momento rappresentano circa il 15-20% del totale, senza curarsi della complessità dei processi sottostanti».

SAP Sapphire 2024: il futuro della GenAI è l’interazione Agent-to-Agent

Guardando al futuro prossimo, l’obiettivo dichiarato dall’azienda è «garantire la possibilità di utilizzare la Generative AI senza doverla addestrare al proprio interno, semplicemente attivandola come si fa con le funzionalità di un software», ha anticipato Schleimann.

I problemi da affrontare sono legati soprattutto ai limiti evidenti degli LLM nell’esecuzione di calcoli matematici o nella gestione di casi specifici, oltre al fatto che la tecnologia in questione richiede l’accesso a una quantità crescente di dati standardizzati.

«Se si vogliono ottenere risultati da subito in linea con le richieste degli utenti bisogna trovare il giusto equilibrio tra funzionalità di analisi di dati tabellari e applicazione dei Large Language Model. E sicuramente non è una cosa facile…», ha osservato Schleimann. Per accelerare questo percorso, SAP sta anche lavorando allo sviluppo di un proprio Foundation Model, un modello auto-supervisionato e addestrato su dataset particolarmente ampi che consentirà agli sviluppatori di creare applicazioni di GenAI più sicure e migliorare ulteriormente l’integrazione con gli LLM più diffusi.

Pensando invece a un’evoluzione più “futuribile” della Generative Ai «la sfida per noi tecnici – ha concluso il manager – è riuscire a superare il concetto di agente AI, ovvero il software che esegue in autonomia i compiti per conto di un utente, per arrivare a quello che io chiamo tenere le mani lontane dal volante. Cosa significa? Che si potrà dire all’AI dove si vuole andare e lasciarla fare. Non è lontano un futuro in cui ogni dipendente avrà assegnato un proprio agente software, che si farà carico di tutti i compiti legati alla gestione di un contratto, di una fattura, all’onboarding di un nuovo dipendente. E non è lontano un futuro in cui le interazioni Agent-to-Agent saranno la norma. Gli agenti AI di due o più aziende saranno in grado di interfacciarsi e regolarsi in totale autonomia lungo tutte le fasi del processo di gestione di un ordine per esempio. Al di là degli aspetti più prettamente etici, in uno scenario di questo tipo chiaramente il contesto di business rappresenta l’aspetto più rilevante e noi non temiamo confronti».

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