Analisi

La digitalizzazione per uscire dalla crisi

Digitalizzare le attività aziendali significa riprogettare e gestire in modo integrato e collaborativo i processi interni ed esterni, liberando quella creatività “ingabbiata” in procedure farraginose e caotiche. Quasi 10 miliardi sono le ore di lavoro perse in un anno in compiti a scarso valore aggiunto

Pubblicato il 10 Apr 2013

codice-binario-digitale-121004095604

Digitalizzare significa trasformare documenti, suoni e altro materiale “offline” in una sequenza di numeri, espressi in formato binario (ovvero un insieme di 0 e 1). Questi numeri possono quindi essere modificati tramite computer, e quindi archiviati direttamente all’interno di un database e/o su computer.

Le opportunità di miglioramento legate all’adozione delle ICT in maniera consapevole, pervasiva, integrata e strategicamente legata al business possono rappresentare un nuovo paradigma organizzativo, che consente di affrontare con consapevolezza le evoluzioni e i potenziali rischi del futuro e non più un mero differenziale competitivo di breve-medio termine per muoversi in modo più efficiente in un contesto noto.

Si tratta di un cammino necessario per passare da organizzazioni “chiuse” – orientate alla creazione di efficienza prevalentemente nei propri processi – a imprese “aperte” agli ecosistemi in cui operano: in grado di creare vantaggi competitivi nell’integrazione e nella collaborazione, sia con clienti e fornitori sia – in alcuni casi – con i “competitor”.

In questo percorso, la digitalizzazione è un importante atout.

Digitalizzare le attività aziendali significa progettare e gestire in modo integrato e collaborativo i processi interni (per esempio, che coinvolgono più funzioni nella stessa organizzazione) ed esterni (verso clienti o fornitori), idealmente attraverso la condivisione delle logiche di gestione di ciascun processo e delle principali informazioni che lo caratterizzano (in forma elettronica strutturata elaborabile).

Digitalizzazione del Paese e Pubblica Amministrazione (PA)

Una misura del potenziale di miglioramento legato alla “Digitalizzazione” del Paese è rappresentata da un dato eclatante stimato dall’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano: sono oltre 600 miliardi i fogli e 45 miliardi i documenti di “business” che potrebbero essere dematerializzati in Italia.

Una decisa accelerazione verso una “Italia digitale” permetterebbe alla pubblica amministrazione italiana di ottenere risparmi di circa 20 miliardi di euro/anno e alle imprese di risparmiarne altri 20 miliardi nei loro processi di interazione con la pubblica amministrazione e circa altri 160 miliardi nei processi interni e di relazione verso clienti e fornitori (60 miliardi di euro, per esempio, dalla “sola” adozione estesa dei modelli di Digitalizzazione del ciclo Ordine-Pagamento).

Questi benefici sono essenzialmente legati a un recupero di produttività del personale che – se anche non fosse impiegato per ridurre realmente i costi – potrebbe generare un enorme bacino di “capacità” per migliorare l’efficacia dei processi a parità di risorse operative. La digitalizzazione diventa quindi importante per lo sviluppo, sia in azienda che per l’intero Paese.

In altre parole, si potrebbero liberare la creatività e la capacità di innovazione che, invece, sono oggi imbrigliate nell’esecuzione di attività a scarso/nullo valore aggiunto. Quasi 10 miliardi di ore/anno sono “perse” in compiti a basso valore.

Digitalizzare (e dematerializzare) i processi è possibile

In alcuni casi le imprese guardano ancora con scetticismo alla Digitalizzazione dei processi, sia interni sia esterni.

Tale comportamento è dovuto al timore di fare qualcosa di “non coerente con la normativa” e con i regolamenti aziendali obsoleti o, addirittura, di non poter più ricorrere a prassi operative consolidate ma mai realmente definite, chiudendo spesso le porte alle opportunità offerte dalla dematerializzazione e dalla digitalizzazione.

Tuttavia, il quadro normativo risulta, nel suo insieme, completo e tendente a un livello di armonizzazione crescente, già in grado di consentire la dematerializzazione di moltissime tipologie di documenti, con poche peculiari eccezioni, insignificanti per il business.

Naturalmente, a variare da caso a caso è la complessità dei diversi progetti necessari per realizzare una completa digitalizzazione dei processi.

In definitiva, la normativa consente di dematerializzare i documenti (per poi conservarli in formato digitale, in modalità sostitutiva) e mette ordine dando “certezze” sull’opponibilità a terzi anche in sede giudiziaria: offre, dunque, molteplici opportunità rispetto a quanto è già tecnologicamente possibile fare.

La gran parte degli strumenti informatici abilitanti è, infatti, disponibile da tempo, pienamente affidabile e accessibile.

Si pensi, per esempio, alla firma digitale, alla marca temporale, ai sistemi di gestione massiva dei documenti (document management), agli storage sicuri, alle soluzioni di scansione, ai software di riconoscimento automatico e Data Capturing, ai molteplici canali di comunicazione utilizzabili (EDI, Extranet, PEC e via dicendo), agli standard esistenti per lo scambio di informazioni strutturate, così come alle molteplici soluzioni che rendono tra loro interoperabili standard diversi.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 3